Finito.
A memoria, non credo di aver amato e odiato con tale intesità (e in entrambe i sensi) un titolo come questo Hellblade.
Amato.
Ovviamente l’impianto narrativo, il personaggio di Senua, la sua realizzazione così realistica e pregna, la rappresentazione delle sue psicosi, le voci, il sonoro, il senso poderoso di disperazione, il viaggio nelle allucinazioni della protagonista, il suo dolore, la sua lotta. Un’esperienza fortissima e totalizzante che difficilmente dimenticherò. Mi ha colpito dall’inizio alla fine, lasciandomi anche la voglia di approfondire, conoscere, saperne di più. Bello, in questo senso, il documentario incluso nel pacchetto.
Odiato.
Beh, il gioco in quanto tale.
Tolte le fasi di lotta, che non mi sono affatto dispiaciute, sto Hellblade è il gioco di camminare e carcare le rune nell’ambiente circostante. Una cosa che ho odiato fin dalla prima, quando pensavo che sarebbero state tutto sommato poche, e invece cerchi ste rune e cerchi ste rune e cerchi ancora ste rune per tutto il tempo. Cercando di capire come il tronco si interseca all’ombra per far venir fuori il simbolo. Una palla assurda, esacerbato dal fatto che avevo sinceramente voglia di vedere come progredivano le psicosi della protagonista, e invece ero bloccato li a cercare rune, a cercare rune…a cercare ste fottutissime rune. Si è capito che le ho odiate?? Beh le ho odiate.
In finale, sono veramente grato a Ninja Theory per uno dei viaggi più intensi che ho provato negli ultimi anni. Sono ancora un po’ scosso per tutta questa disperazione (per quanto digitale) piovutami addosso. PMa la prossima volta, per favore, fateci attorno anche un gioco non dico divertente da giocare (visto il tema, poteva non essere esattamente il caso) ma che non mi metta voglia di martellarmi i coglioni praticamente ogni istante.
Sicuramente una delle esperienze di questa gen, non di facile digestione ma proprio per questo meritevole di essere provata. Lo consiglio vivamente a tutti, magari a voi le rune vi prendono meglio che a me e vi divertite pure a cercarle. Dio, cosa non hanno fatto con la voce demoniaca di Zynbel? La sento ancora risuonare nel mio subconscio. Ah…assolutamente cuffie, tutta la vita proprio. Le voci sembrano davvero arrivarti dentro al cervello, o forse partire proprio da li. Veramente bravi a sto giro, una realizzazione impeccabile