Finito ieri sera. Diciamo che sono molto combattuto.
Sono abbastanza colpito dal gioco come esperienza. Giocato con le cuffie nuove, è stata un esperienza sensoriale abbastanza potente. Partendo da un incipit interessante di suo, una sorta di rilettura del mito di Orfeo nella mitologia nordica, il modo in cui il gioco ti accompagna in Senua e nelle sue visioni progressivamente più debilitanti è veramente la cosa migliore che ho provato quest'anno da un punto di vista audiovisivo, più horror di molti horror dichiaratamente tali. Esteticamente è veramente incredibile, con un uso sublime delle luci e del post processing (mi viene in mente una delle ultime sezioni che ho fatto
lo scontro contro la bestia, con il cono di luce che lentamente si affievolisce e le visioni che oscurano la vista e rendono difficoltoso il combattimento
ma in generale è davvero tanta roba), ma anche l'audio è parimenti impressionante, tutto il lavoro fatto fra voci direzionali (con geniale applicazione in combattimento per il telegraph degli attacchi, veramente intelligente visto il campo visivo ristretto della camera) e tutto il sound design veramente da applausi.
Insomma se si considera l'aspetto del "vivere nella testa di una psicotica" l'obiettivo almeno da un punto di vista audiovisivo è raggiunto. Bello che se si osserva il dettaglio tradisce del tutto la sua natura low budget, eppure tutte le scelte fatte regalano un quadro d'insieme veramente sublime, fosse un film lo elogierei tantissimo dal punto di vista di regia e fotografia (tecnica del piano sequenza unico usata con cognizione di causa, impara Kojima). L'unico appunto grosso che gli farei da un punto di vista estetico riguarda la sequenza
infernale, con i corpi che si divincolano con animazioni che fanno molto "teatrino dei robot" quando avrebbe necessitato di qualcosa di più fluido probabilmente, ha influito abbastanza sulla mia percezione della scena purtroppo
Dal punto di vista del gameplay purtroppo è al più funzionale, diciamo che il combat per quanto striminzito è ancora ancora OK nel restituire la visceralità dell'azione, il problema più grosso sono gli "enigmi" che oltre ad essere estremamente ripetitivi non sono veri enigmi, sono "vai dal punto A al punto B cercando l'indicazione della presenza del simbolo" risultando essere più che enigmi delle camminate pallose, saranno una manciata i momenti in cui avrò dovuto attivare almeno un neurone per capire cose fare.
Ma la cosa di cui viene più da lamentarmi riguardo all'enigmistica è l'occasione sprecata per usare il gameplay per esplorare ancora meglio il tema del gioco. La ricerca dei simboli dovrebbe mostrare l'ossessivita che gli psicotici hanno nel cercare connessioni ovunque, anche dove non ce ne sono, ma per come sono impostati il giocatore non entra mai nel mindset corretto che l'esperienza dovrebbe garantire, in quanto vengono imposti passivamente in modo guidato. Secondo me una soluzione più efficace alla cosa l'hanno messa pure nel gioco stesso ma sfruttata solo per un elemento secondario: le teste della madre di Senua inserite nello scenario. Quelle sono cose che non vengono imposte al giocatore, ma che è lui attivamente a notare e sono posizionate in modo da nascondersi nello scenario e far scatenare il dubbio nel giocatore, metterlo in una condizione mentale a metà fra "sono io che sto immaginando le cose oppure è proprio lì" che mi sarebbe sembrato più adatto all'esplorazione tematica del gioco e più coerente pure con il messaggio finale.
Aggiungo che nonostante la durata il gioco mi è sembrato pure diluito, alla ennesima reiterazione dello stesso tipo di enigma con cambiamenti poco significativi, forse sarebbe potuto essere più efficace se fosse stato ancora più asciutto. E magari avrebbe dovuto sperimentare più con le soluzioni alternative, anche quelle dove di interattivo alla fine c'era pochissimo
mi vengono in mente alcune delle prove da affrontare per prendere la spada, come quella nell'oscurità o il labirinto con lo spirito infuocato che ti insegue, che almeno stressano parecchio il giocatore "sensorialmente" su quello che è il punto focale dell'esperienza
In ogni caso pure mettendo da parte il gameplay ho un problema su quello che alla fine viene narrato, non mi sembra avere così tanta sostanza, nessuno degli aspetti che contornano la condizione di Senua sono realmente approfonditi, perché non vissuti. Insomma il gioco vorrebbe parlare di emarginazione sociale e di
come questa possa essere superata accettando la condizione come propria dell'individuo
Ma la prima è raccontata ma non vissuta attraverso i dialoghi con le voci e le visioni che vengono dal passato, senza però venir mai particolarmente toccata, rimanendo più uno sfondo. La seconda è una conclusione improvvisa, che arriva dopo che fino ad un attimo prima Senua aveva toccato il suo punto più basso, in modo repentino e con una scena che ho trovato terribilmente kitch.
A questo ci aggiungo che il gioco in sé non fa un lavoro particolarmente interessante sui personaggi (o per meglio dire sul modo in cui li proietta la mente di Senua) soprattutto a causa di dialoghi parecchio ripetitivi e che non li caratterizzano adeguatamente, non sviluppandoli adeguatamente nel corso della narrazione. Insomma è un gioco interessante da un punto di vista esperienziale, ma oltre cui non rimane moltissimo secondo me, insomma così su due piedi non mi vengono in mente elementi su cui rimuginare e che mi rimarranno a lungo dopo averlo finito.
Non centra un cavolo ma mi torna alla mente SOMA, pure quello ha un gameplay appena funzionale che non mi ha convinto in molte cose, ma ha una storia che ciò che vuole raccontare lo affronta in profondità sfruttando le caratteristiche dell'esperienza proprie del videogioco. Non è minimamente vicino al livello audiovisivo di un Hellblade, ma la narrazione rimane veramente dentro, ancora ad un anno di distanza ripenso a dettagli dell'esperienza che ricordo vividamente. Hellblade oltre alla superficie, la momentanea esperienza, che di certo è bellissima, mi sembra avere poco.
E' come se tutto rimanga in superficie, e la superficie non esalta il contenuto. Insomma su due piedi non riesco a cavare da sto gioco altro che non sia "ho vissuto un viaggio all'inferno nella mente di una psicotica", e nonostante l'indubbia bellezza (solo audiovisiva) del viaggio, non mi sembra che il gioco riesca a comunicarmi altro.