Visto anch'io. Notevole, un risultato cinematografico eccezionale.
Non succede niente di eclatante e non viene detto niente di particolarmente originale (niente che Linklater non avesse già proposto, proposto), alla fine tutto si riduce a quei dodici anni di vita vera che intercorrono tra l'inizio e la fine del film. Ma la realtà del passaggio del tempo conferisce al film una forza travolgente, rendendolo emozionante, genuino, sincero. Riflessioni sulla vita che in altre pellicole sarebbero passate inosservate, qui hanno la forza dell'evidenza. Momenti in altri casi trascurabili, diventano significativi.
E poi c'è l'emozione di veder invecchiare i protagonisti, di vedere gli effetti del tempo sui corpi e sui volti. E' un po' quello che succede anche nella trilogia Before, ma con più coerenza e organicità.
Poi c'è anche tutto quello che i fan di Linklater possono trovare nei suoi altri film, ma secondo me tutto è secondario rispetto alla caratteristica saliente del film.
Come nota finale vorrei aggiungere che mi è sembrato un film molto americano: nel senso che se fossi nato e cresciuto negli Stati Uniti, probabilmente avrei provato un senso di identificazione fortissimo per via dell'ambientazione, dell'ordinarietà degli episodi narrati, della miriade di riferimenti culturali precipui. Non essendo neanche mai stato negli Stati Uniti, non posso esserne sicuro, ma questa è stata la mia impressione.