Autore Topic: [Cinema] Interstellar (Papà, perché mi hai dato un nome sfigato?)  (Letto 81379 volte)

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Offline Il Gladiatore

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Bellissimo anche qui!  :yes:
Credo si tratti di una bomba emotiva di proporzioni sequipedali, caratterizzata da una cura audio/visiva di altissimo cinema. Veramente, mi ha destato da un torpore cinematografico che durava da un po' di tempo.

Questo al netto di quello che non mi ha mai convinto del cinema di Nolan, qui  presente in misura fortunatamente minore: tematiche trite e rimasticate a dovere (il tema della fantascienza pone un argine, si pesca nella competenza personale), spiegoni onnipresenti (e qui Nolan potevi farne a meno, è appunto fantascienza lasciaci fare il culo da soli) registro filmico non sempre appropriato e qualche pauroso scivolone. Nulla che rovini la pellicola.

3 osservazioni:

1) Altro che 2001, questo è Harry Potter e il prigioniero di Azkaban!  :yes:

2) Gravity paurosamente umiliato su tutta la linea: concetto, estetica, resa.

3) Non me ne vogliano i sostenitori ma il personaggio di

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scalza alla grande i due ingegneri di Prometheus, adesso piazzati al secondo posto: comportamento idiota, sceneggiatura che entra sul serio in un buco nero di mezz'ora e un WTF??? che per un po' fa scricchiolare paurosamente il film. Per fortuna è una parentesi che è avulsa dallo svolgimento globale del film e dalla sua tematica madre.

In ogni caso molto ma molto bello.
La paura è di passare per non esperti, di non comprendere il medium che si sta evolvendo etc. (...) è figlio dell'immotivato senso di inferiorità che spinge il videogiocatore alla spasmodica ricerca di qualcosa che giustifichi il videogioco come se il gameplay da solo non bastasse più." (Fulgenzio)

Offline Dan

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2) Gravity paurosamente umiliato su tutta la linea: concetto, estetica, resa.
Premesso che sono film concettualmente del tutto diversi, di idee visive io in Interstellar ne ho viste pochine. Gravity ha immagini decisamente più potenti, anche allo scontro diretto (ad es., l'esplosione della stazione spaziale senza audio).
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Hideo Kojima (1963-1998)

Offline The Dude

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In comune con Gravity ci vedo solo lo spazio e una certa pretesa di realismo, ma su fronti diversi.

Avercene di film così. :yes:

Offline Bilbo Baggins

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2) Gravity paurosamente umiliato su tutta la linea: concetto, estetica, resa.

mumble mumble
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Offline Il Gladiatore

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Personalmente trovo che parlino in buona parte proprio della stessa cosa, a partire dal titolo fino ad arrivare all'accezione peculiare con cui si vuole unire meccanicismo della natura e propensione dell'essere umano alla relazione. Sostanzialmente il concetto di relatività applicata all'"etnocentrismo valutativo" che ci contraddistingue. Ho scorto diversi parallelismi.

Quello che cambia è sicuramente la resa, ho trovato tutte le scene "cosmiche" di Interstellar mozzafiato e molto puntuali nell'asciutta visualizzazione del vuoto siderale.
La paura è di passare per non esperti, di non comprendere il medium che si sta evolvendo etc. (...) è figlio dell'immotivato senso di inferiorità che spinge il videogiocatore alla spasmodica ricerca di qualcosa che giustifichi il videogioco come se il gameplay da solo non bastasse più." (Fulgenzio)

Offline Bilbo Baggins

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Se il tema è "SPAZIO", allora parlano sicuramente della stessa cosa.
Ma secondo me, a parte il fatto di essere ambientati nello spazio, di simile non hanno proprio nulla.

Anzi, a voler fare un'analisi breve ma concisa, stanno proprio all'opposto.
In Gravity, seguiamo il disperato tentativo di un'equipaggio di rientrare nella salvifica Terra fuggendo all'inospitale spazio.
In Interstellar, seguiamo invece il disperato tentativo dell'umanità di fuggire da una Terra in disfacimento cercando salvezza in un posto altro.

Ma è proprio il come a renderli diversissimi.
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Offline Il Gladiatore

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Anzi, a voler fare un'analisi breve ma concisa, stanno proprio all'opposto.
In Gravity, seguiamo il disperato tentativo di un'equipaggio di rientrare nella salvifica Terra fuggendo all'inospitale spazio.
In Interstellar, seguiamo invece il disperato tentativo dell'umanità di fuggire da una Terra in disfacimento cercando salvezza in un posto altro.
Io trovo che il protagonista di Interstellar ambisca proprio allo stesso desiderio dell'equipaggio di Gravity, per motivi specifici di trama.
E a rileggere quello che hai scritto ed avendo in mente i due film, trovo che ci sia un meraviglioso capovolgimento di senso che fa corrispondere due pulsioni apparentemente diversissime.
La paura è di passare per non esperti, di non comprendere il medium che si sta evolvendo etc. (...) è figlio dell'immotivato senso di inferiorità che spinge il videogiocatore alla spasmodica ricerca di qualcosa che giustifichi il videogioco come se il gameplay da solo non bastasse più." (Fulgenzio)

Offline Bilbo Baggins

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Io trovo che il protagonista di Interstellar ambisca proprio allo stesso desiderio dell'equipaggio di Gravity

*MINOR SPOILER?*

Non vorrei ricordare male ma in Gravity non ricordo nessuna urgenza di carattere ecologico o sociale. Nessuna fine del mondo insomma. Sono lassù per un semplice intervento di routine ad un satellite, e da li succede l'incidente e le peripezie per tornare sulla terra. Il film di Cuaron, al netto degli errori che ovviamente sono stati regolarmente segnalati, fa dell'assoluto realismo il suo tratto distintivo (è una storia che potrebbe succedere anche oggi).
Interstellar, che pure poggia la trama su teorie solide come quella della relatività e dei buchi neri, aggiunge però l'affabulazione e il fantastico (come ad esempio il sonno criogenico e il viaggio all'interno del buco nero).

Insomma a me non sembrano per nulla lo stesso tipo di film, nè lo stesso tema, ad essere onesti.
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Offline Dan

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Io trovo che il protagonista di Interstellar ambisca proprio allo stesso desiderio dell'equipaggio di Gravity, per motivi specifici di trama.
Bhè, insomma. Il protaognista di Interstellar prima abbandona la famiglia per assecondare la sua attrazione verso l'ignoto, poi porta avanti la missione con la massima razionalità (opponendosi a Mann e alla Hathaway), infine si sacrifica per far tornare la donna dal suo amante. Il suo ritorno sulla Terra è incidentale, non lo ha mai voluto veramente né strenuamente.

Anche il concetto di "gravità" è declinato in maniera completamente diversa. Uno la tratta come forza oltre lo spazio e il tempo, un'astrazione assimilata all'amore; l'altro come forza materica, la cui presenza o (realtiva) assenza è fisicamente percepibile.
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Offline The Dude

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In Interstellar ci vedo propositi e ambizioni proprie di un film di fantascienza.
In Gravity di fantascienza ci vedo "solo" l'ambientazione.

Offline Bilbo Baggins

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In Gravity di fantascienza in realtà non c'è nulla.
O meglio, c'è scienza ma non fanta.
E' girato quasi come un documentario, nello stile tipico dei film del regista.

Anche I Figli degli Uomini (il suo film più bello) partiva da premesse fantastiche (la sterilità del genere umano) ma parlava di cose attualissime (come l'immigrazione) con stile da documentario.
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Offline Konron

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Mi è piaciuto UN CASINO.
Davvero, capisco qualsiasi critica ma per me globalmente rimane un filmone.
E la Hataway è figa anche col capello corto, non scherziamo.

Naked mettimi tranquillamente nella lista dei SI.

Offline Cryu

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Io non ho capito:

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Comunque, a proposito di spettacolo, la scena
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è una cosa epica per cui non so trovare paragoni in epoca recente. Musica, regia, montaggio, situazione in sè, implicazioni emotive. Mi stava esplodendo un ventricolo.
"non e' neppure fan-art, e' uno screenshot di un gioco, ci sono mesi e mesi di sudore di artisti VS uno scatto con un filtro instagram sopra."
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Offline Xibal

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Uno la tratta come forza oltre lo spazio e il tempo, un'astrazione assimilata all'amore; l'altro come forza materica, la cui presenza o (realtiva) assenza è fisicamente percepibile.
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"Hai mai visto un italiano tirare i fili?"
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Offline Il Gladiatore

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Non vorrei ricordare male ma in Gravity non ricordo nessuna urgenza di carattere ecologico o sociale. Nessuna fine del mondo insomma. Sono lassù per un semplice intervento di routine ad un satellite, e da li succede l'incidente e le peripezie per tornare sulla terra. Il film di Cuaron, al netto degli errori che ovviamente sono stati regolarmente segnalati, fa dell'assoluto realismo il suo tratto distintivo (è una storia che potrebbe succedere anche oggi).
Interstellar, che pure poggia la trama su teorie solide come quella della relatività e dei buchi neri, aggiunge però l'affabulazione e il fantastico (come ad esempio il sonno criogenico e il viaggio all'interno del buco nero).
Insomma a me non sembrano per nulla lo stesso tipo di film, nè lo stesso tema, ad essere onesti.
Quella è la trama nello specifico ma Gravity parla anche e soprattutto della ricostruzione psicodrammatica di una donna alle prese con il suo passato doloroso e con l'esigenza di tornare a vivere. Ogni fine di una vita è la fine del mondo se la vita è la propria. La dialettica spazio-interiorità fa il resto, il finale nel liquido amniotico di madre terra dove si ritorna a vivere chiude il cerchio della rinascita personale scaturita dalla mancanza di punti di riferimento e senso (parallelismo gravità - equilibrio personale)
Anche il concetto di "gravità" è declinato in maniera completamente diversa. Uno la tratta come forza oltre lo spazio e il tempo, un'astrazione assimilata all'amore; l'altro come forza materica, la cui presenza o (realtiva) assenza è fisicamente percepibile.
Beh, però mi confermi che il "cosa" trattato è similare, quello che cambia è l'accezione di questa idea ai fini peculiari della trama. Quella che chiami "diversità" io la giudico come profondità: semplice esercizio cinetico ammantato di pretese di interiorità (Gravity) contrapposta ad una felice disambiguazione del termine "gravità" alla luce del rapporto microcosmo/macrocosmo che lega leggi universali del (in)creato alla potenza relazionale dell'essere umano.
Stessa partenza, esiti diversi.
La paura è di passare per non esperti, di non comprendere il medium che si sta evolvendo etc. (...) è figlio dell'immotivato senso di inferiorità che spinge il videogiocatore alla spasmodica ricerca di qualcosa che giustifichi il videogioco come se il gameplay da solo non bastasse più." (Fulgenzio)