Visto e apprezzato, ma più per recitazione e regia che per sceneggiatura. Ogni elemento cade dove deve cadere, anche quelli più random, ogni scommessa viene vinta, ogni rischio rientra, ogni sconfitta si trasforma in trionfo. Quando Frank, dopo un piano ben riuscito, fa l'occhietto allo spettatore, non mi ritrovo a pensare "oh machiavellico scacchista di politicanti, tu sì che c'hai l'occhio lungo", ma piuttosto "eh, sono bravo pure io se ho Dio/autore dalla mia".
Io penso che se Breaking Bad e The Wire saranno per sempre ricordati negli annali dei serial TV, è perché nei loro copioni c'è il Fato, che trova sempre il modo di incularti. In House of Cards è assente, sostitutito da delle geometrie piuttosto improbabili.
Fermo restando che la vedrei anche solo per il collo di Robin Wright.