Il valore dell'opera è clamoroso, poco da fare. Se ne sta lì con Balla coi Lupi e C'era una volta il West a imperitura e commovente memoria di un mondo che non è più. Il puntare i riflettori su chi è stato dalla parte sbagliata della storia e ha preferito distruggersi piuttosto che ravvedersi, è di un'attualità da brividi, come forse solo l'inferno di fake news paventato da Kojima in MGS2.
Ovvio resti il rammarico per il folle seppuku di design operato con la main dopo che era stato allestito un impeccabile playground di gameplay emergente. Ma tutto il resto è davvero tanta, troppa roba per non levarsi il cappello e dissimulare un tremolio alle gambe. E una volta rinunciato alle pretese, e accettata l'esperienza che ti vuole dare lui, la colossalità dell'affresco prende il volo. Questo è un gioco che, rimasterizzato, tra 20 anni avrà ancora pochi confronti.
E' inoltre un fulgido testimone di come i videogiochi sappiano essere meglio di qualsiasi altro mercato di entertainment, che dalla letteratura al cinema sacrifica subito qualità, profondità e umanità quando arrivano i soldi. I videogiochi no. Quello più costoso e venduto è anche quello scritto, diretto e recitato meglio, più pregno di umanità, con più passione per il bello e per la natura. Altro che marvelloni e romanzetti su gente sfigata che scopa.