Autore Topic: L'indie e l'opinione degli hardcore  (Letto 9169 volte)

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Offline atchoo

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Re: L'indie e l'opinione degli hardcore
« Risposta #15 il: 01 Dic 2013, 10:45 »
c'entra poco a mio avviso quando si va a paragonare  il fatto che adesso è piu' facile far girare un gioco rispetto ad un certo hardware, quella riguarda la capacità tecnica e/o fondi a disposizione, non espressiva / artistica.
Secondo me c'entra e non poco.
Perché ora più o meno tutti possono tenere in mano uno scalpello e, dunque, possono esprimersi. Non solo da un punto di vista "espressivo/artistico", ma anche funzionale. Fai girare FTL su un Amiga 500 espanso a 1 MB, per dire...
Poi un grosso problema delle produzioni mainstream (questo fin dai tempi di C64 & C.) sono le scadenze: il team indie autofinanziato può lavorare di lima anche per anni, chi ha scadenze improrogabili no. In un'intervista a Chris Butler, che lavorava praticamente solo a conversioni da arcade (i prodotti più mainstream di quei tempi, dunque) ho letto che aveva tempi ridottissimi di sviluppo, il compenso veniva fissato fin dall'inizio come anche le penali per settimana di ritardo (!).
E la cosa si riallaccia ancora agli strumenti a disposizione: lavorare su librerie predefinite è ben differente che partire da zero. E questo va a beneficio dello sviluppo.

Offline Floyd

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Re: L'indie e l'opinione degli hardcore
« Risposta #16 il: 01 Dic 2013, 11:27 »
vabbè ovvio che è piu' facile programmare oggi, ma non è che avere risorse migliori ti fa diventare improvvisamente un genio, le idee le devi avere, sennò fai uncharted e assassin creed, non FTL

per team indie autofinanziato che intendi ? crowdfunding ? in ogni caso la stragrande maggioranza degli indie non vi ha accesso e vive in condizioni precarie economiche, spesso anche dovendo fare un altro lavoro a tempo pieno per campare nel frattempo.  Non mi sembra esattamente una condizione invidiabile, guardati per esempio il team meat nel documento indie. Poi vabbè, non perchè non lavori per un publisher non hai scadenze, il rinvio continuo  può causarti parecchi problemi con il pubblico o puoi finire per uscire nel periodo sbagliato e perdere cosi l'attenzione creata su di te, ti devi preparare con demo e beta per i festival e le occasioni per farti conoscere etc etc.  Su gamesutra escono continuamente articoli di questo genere, gli sviluppatori indie non fortunati di problemi e scadenze ne hanno una montagna, stanne certo.
« Ultima modifica: 01 Dic 2013, 11:29 da Floyd »

Offline Floyd

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Re: L'indie e l'opinione degli hardcore
« Risposta #17 il: 01 Dic 2013, 11:36 »
per avvicinarsi al prodotto di massa occidentale intendo che una volta che c'e stata la tecnologia, il videogioco  si è allontanato dalla stilizzazione e la diversità dei generi del 2d e del primo tridimensionale per abbracciare stili grafici e generi più ristretti ma più vicini a ciò che vedi al cinema o alla tv.

Non sono particolarmente d'accordo, onestamente: quanti platform con grafica simil Mario (estetica cartoon, nemici tenerosi, un sacco di colori...) hai visto ai tempi del 2D? Quanti cloni più o meno riusciti delle avventure Lucas Arts? Quanti giochi di ruolo con sprite super deformed?

Io ricordo un mercato molto più omogeneo e incanalato di quello che descrivi tu: non mancavano certo le cose originali sia a livello estetico che dal punto di vista delle idee (così come non mancano ora), ma la maggior parte di quello che usciva era abbastanza conforme a quei due o tre concept forti.

ovviamente c'erano i cloni come ci sono stati in tutte le epoche, ma il tipo di videogiochi presenti e quelli che avevano successo era nettamente più diversificato. Il pc proponeva generi totalmente diversi come gli strategici, le avventure grafiche, le simulazioni, i giochi come system shock 2, thief, deus deux. C'erano i coin-op che proponevano un altro stile ancora.

per console solo per citare le produzioni sony dell'epoca, oggi chi farebbe un colony wars, un motortoon gran prix 2, un parappa the rapper, un wipeout AAA ? nessuno perchè non esiste più il mercato. I jrpg, finiti ormai quasi esclusivamente nelle console portatili ? Chi farebbe un goemon, chi comprerebbe le piccole produzioni di treasure e di altri piccoli team jappi ? nessuno, adesso quando esistono ancora  devono per forza farsi finanziare da nintendo come platinium o monolith.
« Ultima modifica: 01 Dic 2013, 11:43 da Floyd »

Offline atchoo

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Re: L'indie e l'opinione degli hardcore
« Risposta #18 il: 01 Dic 2013, 11:42 »
per team indie autofinanziato che intendi ?
No, non crowdfunding, ma i soldi del loro eventuale lavoro.
E appunto per quello che scrivi non dover partire da zero dà una GROSSA mano.
Poi, scusa la franchezza, da nessuna parte sta scritto che si debba vivere di videogiochi. Non è troppo differente da chi cerca di sfondare come attore, come cantante o come scrittore.

Offline Floyd

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Re: L'indie e l'opinione degli hardcore
« Risposta #19 il: 01 Dic 2013, 11:45 »
eh infatti è una scelta loro, una scelta che visto l'impegno e la passione è certamente da ammirare a mio avviso.

Offline atchoo

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Re: L'indie e l'opinione degli hardcore
« Risposta #20 il: 01 Dic 2013, 11:50 »
Quando si vede che c'è talento, senz'altro.

Offline DRZ

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Re: L'indie e l'opinione degli hardcore
« Risposta #21 il: 01 Dic 2013, 12:41 »
ovviamente c'erano i cloni come ci sono stati in tutte le epoche, ma il tipo di videogiochi presenti e quelli che avevano successo era nettamente più diversificato. Il pc proponeva generi totalmente diversi come gli strategici, le avventure grafiche, le simulazioni, i giochi come system shock 2, thief, deus deux. C'erano i coin-op che proponevano un altro stile ancora.

Esattamente come oggi, al netto dei coin op: se pensiamo agli ultimi mesi ci sono stati strategici vendutissimi (Total War, X Com, Civ, Starcraft), avventure (Walking Dead), city builder buggati (Sim City), action rpg (Diablo, Torchlight, Path of Exile), ovviamente fps in tutte le varie salse (da quelli più classici alla CoD a robe strane tipo Borderlands o Dishonored), la vagonata di sportivi, gli action, gli rpg... e a tutto questo aggiungi mmo (sia rpg che di altri tipi come World of Tanks), moba, giochi di carte... anche senza considerare gli indie (che aggiungono una varietà impensabile fino a poco tempo fa) credo che non ci sia mai stato un periodo più variegato nel gaming pc.

per console solo per citare le produzioni sony dell'epoca, oggi chi farebbe un colony wars, un motortoon gran prix 2, un parappa the rapper, un wipeout AAA ? nessuno perchè non esiste più il mercato. I jrpg, finiti ormai quasi esclusivamente nelle console portatili ? Chi farebbe un goemon, chi comprerebbe le piccole produzioni di treasure e di altri piccoli team jappi ? nessuno, adesso quando esistono ancora  devono per forza farsi finanziare da nintendo come platinium o monolith.

Citi alcuni giochi che non sono particolarmente innovativi né rischiosi per chi li pubblica (simulazioni spaziali, giochi di corsa), roba che non è tripla A manco per nulla ma indie a tutti gli effetti (treasure e simili sono indie, semplicemente erano indie in un mercato in cui non bastava essere in due per creare e distribuire i propri giochi) e cose che pur essendo pubblicate da Sony o simili non avevano nemmeno vagamente budget da tripla A e che oggi hanno trovato il loro ambiente ideale tra i giochi solo dd (Parappa the Rapper è il classico titolo che se fosse uscito oggi un'edizione su disco non l'avrebbe vista neppure con il binocolo).

Offline Giobbi

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Re: L'indie e l'opinione degli hardcore
« Risposta #22 il: 01 Dic 2013, 19:30 »
Tutta la roba forzatamente in bitmap o retro' e' una gran presa per il culo  :D

Offline Floyd

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Re: L'indie e l'opinione degli hardcore
« Risposta #23 il: 01 Dic 2013, 21:07 »
DRZ, nessuno ha parlato di innovativi o rischiosi, ma di diversità. E il paragone non era tra i due periodi (ovviamente oggi includendo gli indie c'e più varietà, è proprio questo il punto del mio discorso), ma tra il mainstream di adesso e quello di allora. Infatti la maggior parte dei titoli che citi o sono indie, o sono più rari come numero rispetto ad allora (quante avventure grafiche o strategici c'erano su pc all'epoca ?).

non se ti riferivi anche a wipeout, colony wars e motortoon gran prix 2 ma quest'ultimi avevano valori di produzione da AAA eccome, forse te li ricordi male, vatti a rivedere i giudizi sulle riviste dell'epoca. Parappa non li aveva, ma veniva comunque pubblicato anche in europa, segno che c'era un mercato mainstream che adesso non esiste e che relegherebbe al DD come produzioni tipo RAIN.

definire "indie" treasure o qualsiasi piccolo team nipponico dell'epoca è sbagliato, facevano parte dell'industria tradizionale e comunque l'indie vero in giappone c'era già con i doujin.
« Ultima modifica: 01 Dic 2013, 21:42 da Floyd »

Offline Dan

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Re: L'indie e l'opinione degli hardcore
« Risposta #24 il: 01 Dic 2013, 21:48 »
il gioco che racconta la tematica tramite le sue stesse meccaniche, senza pipponi, senza spiegoni avulsi dal contesto.
Ti sei dimenticato dei testi fra un livello e l'altro scritti con un registro forzosamente aulico :)
Sono quelli che attribuiscono una chiave di lettura alla meccanica di gioco, non il contrario.

però mi sembra che non sia sempre possibile scindere  il testo e il resto. Quando io vado in giro per le città di assasin creed sono continuamente interrotti da personaggi che dicono cose sceme e robbe noiose da fare. Questo fa parte dell'esperienza, non posso mica spegnere il cervello e dimenticarmi che esistano mentre guardo le architetture.
Chiaro. Ma è un contorno, non la portata principale. E' quando ti impongono un testo come se fosse il centro dell'esperienza, accompagnato magari da meccaniche povere, che si pone il problema.

Comunque, io non ce l'ho con i giochi indie in sé. Semplicemente mi indispone una certa arroganza che circola nell'ambiente "mainstream" degli indie, fatto di autori troppo presi da se stessi, critica incline alla sopravvalutazione e un certo fanboysmo nei seguaci. Tolto quello, c'è il vero sottobosco indipendente, quello che fatica ad emergere perché non ha i canali giusti, o perché non ha i testi scritti nell'inglese di Coleridge.
Ammetto, prutroppo, che per pigrizia finisco sempre per giocare proprio quei titoli indie che hanno avuto più visibilità. Un volta seguivo dei blog che pubblicavano giornalmente indie davvero indie, piccole cose, magari anche da pochi minuti, ma con spunti interessanti; sfortunatamente non ho più il tempo di starci dietro...

Citazione
per mgs dan non puoi dirmi che non fosse un titolo ambizioso e pretenzioso all'epoca.
Ambizioso sì, pretenzioso no. Era pur sempre una storia tipicamente hollywoodiana, nella quale però trovavano spazio tematiche che nei VG non venivano ancora trattate. Ma non lo faceva a sproposito, non faceva il passo più lungo della gamba; e riusciva pure a imboccare alcune intuizioni effettivamente originali (la metarefernzialità che sarebbe venuta in auge con il più esplicito e consapevole MGS2). Pretenziosità non l'ho mai percepita, perché quello che faceva lo faceva con le giuste proporzioni. Ma soprattutto funzionava come esperienza di gioco. Già in MGS2 la bilancia fra testo e gioco cominciava a pendere pericolosamente da una parte, tant'è vero che è un titolo rimasto a lungo controverso.

Del resto, la differenza fra ambizione e pretensione è quella tra chi sa fare e chi non sa fare :)
« Ultima modifica: 01 Dic 2013, 23:04 da Dan »
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Offline Nemesis Divina

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Re: L'indie e l'opinione degli hardcore
« Risposta #25 il: 13 Mar 2015, 09:16 »
Continuo dal thread di Ori:
http://www.tfpforum.it/index.php?topic=22258.msg2061232#msg2061232

Infatti.
Comunque siamo tutti OT. Sicuramente c'è qualche altro thread per continuare a parlare male dei giochi (che pregiudizialmente schifate perché secondo voi sono) indie.

Il problema è senz'altro la definizione di Indie.
Un gioco prodotto da un publisher come Microsoft, è automaticamente NON-Indie

Da esterno, è legittimo che qualcuno abbia dei pregiudizi verso i prodotti indie che spesso vengono percepiti come una moda puzzonasistica del momento (in parte concordo), al pari del "retrogaming o morte". Ovvio che questa gente non ne avrà giocati molti.

Ori non è Indie manco per il cazzo.
Nemmeno Journey lo è.

Questi sono giochi poetici, artistici o emotivi, cose su cui spesso i prodotti indie si sono concentrati, per compensare certe deficenze produttive (spesso con risultati clamorosamente buoni).

L'altro cardine su cui si fondano gli indie veri e propri, è ovviamente il gameplay, spesso audace o innovativo o hardcore.

Ma anche qui c'andrei piano con la puzza al naso, che l'importante è godere.
Pure con l'AC di turno.

Le cose hanno rotto il cazzo! Digitale 100%

Offline Wis

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Re: L'indie e l'opinione degli hardcore
« Risposta #26 il: 13 Mar 2015, 09:39 »
Infatti Ori non è Indie.
Ma sembra che oggi la nuova frontiera alternative/hipster sia schifare gli indie perché ormai li apprezzano in troppi. Torniamo a fare gli alternativi sugli AAA.

Ora: è vero come dice Dan che spesso si apprezzano robe che non hanno alcun motivo per essere apprezzate perché sono graficamente povere, con giocabilità inesistente/pessima e che hanno l'unico valore di trattare roba scabrosa o scarsamente vista nei videogiochi (stupri, malattie bizzarre, disagi emotivi, minoranze).
In alcuni casi è un problema dei prodotti, in molti altri della critica che riesce a lodare un prodotto magari valido per per tutta una serie di motivi completamente sbagliati.
La critica evidentemente non è matura a sufficienza per capire che lodare un videogioco brutto perché tratta una roba pruriginosa è come promuovere un libro che sbaglia i congiuntivi solo perché parla di necrofilia.
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Offline Shinji

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Re: L'indie e l'opinione degli hardcore
« Risposta #27 il: 13 Mar 2015, 10:21 »
Io invece ho il problema che ne vedo troppi in giro, e troppo simili tra loro (quanti simil platform 2D sono usciti negli ultimi due anni?). Di questi solo pochissimi riescono ad attirarmi.
Lo stesso Valiant Hearts che ho aspettato trepidamente sul plus, si sta rivelando alla lunga noioso.

Offline Floyd

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Re: L'indie e l'opinione degli hardcore
« Risposta #28 il: 13 Mar 2015, 10:27 »
Citazione
Questi sono giochi poetici, artistici o emotivi, cose su cui spesso i prodotti indie si sono concentrati, per compensare certe deficenze produttive (spesso con risultati clamorosamente buoni).

Dici che è meglio avere "valori produttivi" (ogni volta che pronuncio ste due parole mi sento male) per coprire deficenze di gameplay ?  :yes:

Comunque sicuramente gli esempi che hai citato non sono indie (non solo perchè hanno dietro una major, ma anche per lo spirito che c'e dietro. Sono prodotti realizzati a tavolino per catturare un'utenza, nient'altro. Questo non vuol dire necessariamente che non ci sia qualità dietro, ovviamente).


Offline Floyd

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Re: L'indie e l'opinione degli hardcore
« Risposta #29 il: 13 Mar 2015, 10:29 »
Io invece ho il problema che ne vedo troppi in giro, e troppo simili tra loro (quanti simil platform 2D sono usciti negli ultimi due anni?). Di questi solo pochissimi riescono ad attirarmi.
Lo stesso Valiant Hearts che ho aspettato trepidamente sul plus, si sta rivelando alla lunga noioso.

Valiant hearts è sviluppato e prodotto da ubisoft, mi sembrebbe strano il contrario.  :D