letta la seconda parte. C'è da dire che con questa saga ho capito che zerocalcare non sia proprio un genio a creare storie. Mi diverto più a leggere come le racconta, quali riferimenti culturali o/e Allegorie usa, più che altro.
Infatti la risoluzione finale l'ho trovata di una banalità allucinante.
Però come sempre intrattiene, diverte, vuoi bene ai personaggi (che poi è impossibile non ritrovarcisi)..
E questa seconda parte prende anche le storie più interessanti come quella del Secco e Katja, quindi l'ho trovata anche più interessante.
Detto questo, è il solito zerocalcare, con pregi e difetti.
E il fatto che lui (per ora) non cambi rispetto ai primi lavori è un segno che conosce i suoi limiti e si limiti a fare ciò che sa fare meglio.
E io gli voglio bene per questo.