Dopo essermi svegliato nel mio lettino con la testa montata al contrario (che lo sapevo che non dovevo prendere il cuscino all'Ikea!), ho completato Murasaki Baby, un gioco di cercare la mamma. Ma senza farsi sfuggire il palloncino, s'intende.
Alla fine di Murasaki Baby, devi farti una domanda: camminare piano pianino lungo un corridoio pieno di quadri (o di giocattoli, o di schermi), per poi arrivare alla porta ed entrare, e nel mentre non accade più o meno nulla, è "videogioco"? Se la risposta è positiva, allora Murasaki Baby è un bel videogioco, sicuro come la mia testa al contrario.
Intendiamoci, nel simulatore di bambina con palloncino di Ovosonico non si cammina lungo corridoi e fine della corsa. Al contrario, si gioca parecchio, e per la maggior parte del tempo. Anche e soprattutto intrecciandosi i diti, perché in sostanza si usano (quasi) solo i controlli tattili. A tal proposito, soggetto di Murasaki Baby, per chi non lo conoscesse: fai avanzare la bimba tirandola per mano (schermo touch), afferra il suo palloncino quando scappa o per altre emergenze (schermo touch) e cambia lo sfondo di gioco tra quelli disponibili (touchpad posteriore). Stop.
D'accordo, risponderete: le prime due sono ovvie, ma la terza? La terza è il gioco vero e proprio, perché ogni sfondo (e sono molti, e sempre nuovi) ha un suo effetto speciale. Vento, pioggia, televisori, Tesla, Mordor e Godzilli, non manca niente. Serve solo un tap sul touchpad ed ecco l'effetto speciale. E la bimba magari fa "wow!", oppure ha paura, o ancora chiama "mamma!", e voi dovete trovare un sistema per farla andare avanti. Ancora d'accordo, direte voi, ma stikazzi la bimba: parlaci del gioco. Beh, no, perché il gioco quello è. Si tira la bimba e si usano gli sfondi, non mancano le buone idee e c'è anche una discreta varietà. Ma è il corridoio di cui sopra che rende Murasaki Baby speciale...
Mettiamola giù da vero professionista del sensazionalismo: dal punto di vista artistico, Murasaki Baby è uno dei titoli migliori che abbia giocato negli ultimi anni. Quei personaggini strambi, in quei luoghi fuori dal mondo, con quello stile grafico con la matita tremula, mi hanno fatto molto annuire. Mentre giochi, questi bambinetti fanno versacci e smorfie, si tengono per mano e si fanno i dispetti, e nel mentre succedono un sacco di robe strane e, anche se non hai chiaro perché, ti viene comunque da sorridere. Soprattutto, devo dire, ho trovato molto da-far-sentire-nelle-scuole l'accompagnamento sonoro. Non solo le musiche, ma l'intera direzione artistica audio, caratterizzata da un versaccismo e da un suonodifondismo ricercato e originale, che non giocare con le cuffie è da strapparti la console di mano e sbattertela per terra. Ecco!
Il gioco, s'intenda, a volte è faticoso. Tirare per mano la bimba con la capoccia sottosopra è un'idea valida, ma tira lei, abbassa il palloncino, cambia lo sfondo, attiva l'effetto speciale, a un certo punto mi sembravo Murasaki Octopus. E stare sempre con le dita davanti allo schermo, quando vorresti vedere le immagini, considerato che meritano, magari dopo un pochino pensi "ora mi farei una partita a Peggle". D'altra parte, la strada scelta è quella, ci può stare. Anche perché il gioco dura un paio d'ore. E alla fine, chissà se la troverà la sua mamma. E quindi...
Giudizio finale, l'unico che leggono tutti. Murasaki Baby ha una direzione artistica eccellente e ha delle valide idee di design. Non è un giochino che definirei "spassoso da strapparsi le mutande", proprio no, ma alla bimbetta alla fine vorrete un pochino bene. E questo vuol dire parecchio.
Mio voto: 7,5