Ma è un problema di percezione culturale, non di cifre di mercato.
Se consideriamo i videogiochi nel loro insieme, e quindi inserendo nell'equazione anche cose come Facebook oppure iOS, la percentuale di donne giocatrici nel medium è probabilmente vicina alla metà (non ricordo le cifre corrette), ma nonostante ciò, se guardiamo al lato culturalmente più prominente del medium, mi sembra assolutamente indiscutibile il fatto che abbia un determinato target di riferimento. Ed è esattamente quello del maschio eterosessuale bianco. La diversità in termini di rappresentazione identitaria sessuale, etnica e culturale è assolutamente sbilanciata a prescindere dalla natura dell'utenza reale.
Non è questione di quali persone giocano, e quali sia la loro identità di genere od etnica, ma di quale modello rappresentino i videogiochi.
Onestamente anch'io faccio un po' di fatica a trovare una giustificazione plausibile ad una manifestazione come questa, almeno dal punto di vista pragmatico, così come troverei bizzarra partecipare ad una manifestazione che abbia come disclaimer "solo per donne" o "solo per anziani" o "solo per milanisti". L'accettare una propria presunta diversità a me è sempre sembrato il primo passo verso una reale discriminazione.
Innanzitutto, ribadisco come già fatto da altri che non è una manifestazione "solo per gay".
Ma è sempre lo stesso problema. Non ti conosco, quindi mi scuserai se faccio supposizioni, seppur suffragate dalla statistica, ma è naturale che tu non abbia giustificazioni al fatto un giocatore omosessuale senta il bisogno di un contesto di affini all'interno del quale condividere le proprie passioni. E' probabilmente una situazione che non ti tocca, e con la quale sarebbe invece necessario immedesimarsi.
Spero di non apparire scortese o liquidatorio nei tuoi confronti, ma è perché è un discorso che mi tocca molto. La diversità, di qualsiasi natura, è una condizione pienamente comprensibile solo da chi la vive sulla propria pelle, e non sto parlando solo di quella sessuale, e non stiamo parlando di tifoserie. Che piaccia o meno, sussiste effettivamente una diversità. Ma non perché alcuni amino essere diversi, ma perché il mondo ha mille modi per ricordarti ogni giorno che lo sei, anche in un contesto come quello videoludico che per le sue potenzialità a livello di espressione si potrebbe sperare essere all'avanguardia in questo ambito.
Quando l'immaginario più diffuso nel videogioco si condensa in una determinata direzione, diventa naturale che chi in ciò si non riconosce si senta a disagio. E per non sentirsi estraneo, può sentire il bisogno di ritrovarsi tra persone con sensibilità simili.
A te giustamente frega poco dell'identità e delle scelte di vita dei singoli individui, ed è una cosa che condivido. Se tutti gli altri giocatori fossero come te, non ci sarebbe bisogno di iniziative simili. Il problema è che così non è, e la fascia più rumorosa e prominente dei videogiocatori riesce a produrre esempi di razzismo, misoginia ed omofobia assolutamente sconcertanti.
Sarebbe bello se tutti avessero la pelle abbastanza spessa da non farsi condizionare o avvilire da simili comportamenti, ma purtroppo non funziona così.