Nel paragone con Watchmen mi ci trovo poco per due motivi: primo, parte da una base, passami il termine, praticamente letteraria e di qualità assoluta (credo si tratti del miglior fumetto mai scritto), la cui riduzione della riduzione sarebbe in ogni caso qualcosa di epocale. Secondo, in virtù proprio di questo e come altra faccia della medaglia, pur apprezzando il lavoro di Snyder WM mi appare come l'ombra sbiadita di qualcosa di irriducibile in 180 minuti. In definitiva, quello che c'è va bene per il primo motivo ma comunque non mi risulta soddisfacente per il secondo. Certo, come confronto diretto non stiamo neanche a parlarne, la profondità di WM è inarrivabile per MoS ma ripeto, cambiano le prospettive e le attese.
A rivedere il film, sembra proprio che Kal-El non sappia proprio cosa fare e pensare di sé. Chiede al padre il perché, arriva al pietismo religioso domandandosi perché Dio l'abbia voluto così, fa cose straordinarie ma non conosce i suoi poteri. E spesso è la situazione a legittimare quello che fa. Salva gli amici sul bus, ma il tutto è sottaciuto come chiacchiere da bambini, tanto che all'amico accompagnato dalla madre viene detto "
Crede di aver visto...". La scena della piattaforma è emblematica per il suo svolgersi, relegando le sue gesta a chiacchiere e racconti senza alcuna credibilità. Lavora sul peschereccio, salva la gente ma dopo che si è verificato l'incredibile, fa "morire" quella sua identità.
La scena della morte del padre è poco riuscita, non faccio fatica ad ammettertelo, più che altro per una questione di tempistiche ma è evidente che in quel caso l'eccezionalità di Clark avrebbe avuto ben altro pubblico e ben altre ripercussioni. E non bisogna sottovalutare il condizionamento psicologico che il padre ha sul suo comportamento con la questione del rendersi invisibili al mondo, aspetto ribadito sulla sua tomba in modo anche fanciullesco. La morte del padre coincide con il desiderio di senso che scaturisce in lui nel momento in cui non può essere se stesso e cambiare un destino avverso, là dove l'età richiede qualche risposta in più del monito in sé (scena del litigio in auto prima che Costner avesse quello che si meritava per Waterworld...)
che poteva andare bene in fanciullezza ma ora non più.
Quindi non son d'accordo quando dici che questo suo conflitto interiore non venga esplicitato, anzi, è proprio il racconto per spaccati e per gradi che ti fa comprendere come Clark sia ossessionato dal tema dell'accettazione e quello della verità, differenza continuamente sottolineata dal continuo confronto con gli umani di ogni risma. La scena del bar l'ho letta così, il suo scopo è cercare notizie sulla sua origine (il suo obiettivo credo, al di là di lavoro e fidanzate), ti capita uno che potresti accartocciare come ti pare e piace ma sai che non puoi/devi per via delle conseguenze dettate dalla sua coscienza traviata dal padre. E l'unica cosa che ti rimane cos'è? Sfogarti, ma sempre non visto.
Il tema del superamento della sua origine mi sembra si ribadito a più riprese da Russell "Guida in Linea" Crowe, dice chiaramente che lui può incarnare il meglio delle due specie. Se i vantaggi di un kryptoniano rappresentano il proprio della materia supereroistica cosa rappresenterebbe "il meglio" dell'umanità? Appunto, quello che dicevo, la capacità di fornire umanità e schemi etici, che nella mentalità kryptoniana rappresentano un arretramento del processo evolutivo (il discorso di Feora mentre se le danno di santa ragione) e che possono salvare-ripristinare Krypton a un livello allegorico assai diverso dalla "semplice" terraformazione di Zodd. E' il piano di Jor-El, che poi non si sottrae alla responsabilità del destino del suo pianeta insieme alla moglie, impedire che Krypton ripercorra il vicolo cieco evolutivo amorale che li ha portati all'estinzione. Ma per far questo bisognava che Clark capisse cos'è la debolezza, vivesse in mezzo agli umani e ne apprezzasse, per quanto possibile, la bontà data dalla mancanza di controllo assoluto, quel controllo totale che ha portato Krypton alla distruzione. Lui in quanto "diverso" e compartecipativo alla vita terrestre comprende molto in fretta la stolidità del mondo di Zodd, la cui morte non potrebbe essere altrimenti a causa della sua mancanza di empatia universale. Anche in questo caso, il tema della passione cristiana mi sembra tutt'altro che poco centrato, condividere un destino.