Allora,
Giovedì saremo al Ravenna Festival di R. Muti, alle 21.00 al Pala De André a chi interessasse, con questo nostro disco:
http://www.casadeisonora.it/edizioni/index.php?option=com_content&view=article&id=82:novita-cd-qla-musica-di-secondo-casadeiqIn breve é un lavoro che nasce dall'esigenza della figlia di Secondo Casadei di ridare dignità alla musica del padre, eravamo partiti da possibili collaborazioni strane con artisti real world etc. ma poi ero giunto alla conclusione sentendo il materiale anni '20 di Casadei che strani incroci non servivano, bastava riprodurre quella musica così com'era (e non alla Sandy Marton come fanno le formazioni di liscio attuali) e si tornava a dare credito e dignità culturale ai brani in questione ed al compositore.
Concetto che é stato compreso solo in parte dalla direzione del Ravenna Festival, che ok inserisce l'orchestra per far suonare i suoi e perché in effetti ci sta, é un festival di classica, ma forza dentro anche Trovesi e Coscia che secondo me risulteranno globalmente inutili.
E' il tipo di collaborazione "culturale" che appunto abbiamo scartato, basta far suonare "come una volta" i lisciaroli romagnli doc dell'orchestra casadei e il sale di Cervia é servito.
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Parto dal concreto per andare però su un discorso più generale, ovvero quale futuro/direzione per la musica italiana?
Perché ho sempre notato soprattutto quando siamo in festival all'estero con formazioni di vari paesi (io in genere non suono in gruppi italiani) che quando arriva il gruppo italiano e in genere i festival cercano di chiamare italiani doc quindi che suonano musica italiana che di un gruppo italico che fa rockabilly non frega niente a nessuno, ch
C'é qualche eccezione positiva, soprattutto napoletana, ma mi sembra che in genere in Italia non si sia investito (tempo e denaro) sulla musica italiana stessa al contrario degli altri paesi, si é un po' rimasti fermi al mito americano del dopo guerra (e qui ritorna Casadei "l'uomo che sconfisse il Boogie") con il risultato che tanto buoni strumentisti scimmiottano in qualche modo il blues di new orleans o il jazz o il rock con risultati irrilevanti ovviamente dal punto di vista internazionale (son solo brutte copie fuori contesto) e c'é pochissimo in direzione autoctona che invece porterebbe a risultati, basti pensare ad un Morricone o ad un Rota.
E' una sorta di provincialismo nazionale nei musicisti e nel pubblico.
Tanto che i più "grossi" economicamente restano vasco rossi o ligabue che in pratica riportano semplicemente il rock americano traducendone i testi, e in questo "mito" dell'America c'é complicità tra musicisti produzione (ovviamente) e pubblico, con il risultato che é musica di nessun rilievo, non esportabile se non dove ci son parecchi emigrati e che non lascerà alcunché.
Al contrario ad esempio dei lavori seri attuati da De André e Pagani, tra cui l'anticommerciale Creuza de Ma.
Sarebbe ora di finirla?
Chi sono secondo voi i musicisti, compositori e gruppi italiani attuali meritevoli di considerazione?
A parte il sempre grande Fariselli e gli Area..