È di oggi la rettifica e l'annuncio che arriveranno aiuti a valanga.
Non arriverà nessun aiuto a valanga, piuttosto un impegno di massima della commissione per consentire all'Italia di raggiungere il 3% del rapporto deficit\PIL (cioè pochi spiccioli in rapporto a quelli che servirebbero) ma solo una tantum e con la richiesta (cioè l'intimidazione) che non diventino strutturali.
L'anno prossimo ci sarà da ridere quando ci verrà chiesto\imposto di tornare a rispettare il patto di stabilità con un'economia che nel frattempo sarà al collasso.
Per quanto riguarda la BCE invece succederà più o meno questo (mi dilungo un po' ma non è un argomento semplice).
La BCE intanto interverrà per ridurre gli spread ricorrendo ai margini di flessibilità consentiti dal programma QE, cioè deviando dalla regola che impone acquisti di titoli di Stato in proporzione alla quota di capitale della BCE posseduta da ogni Stato membro (nel caso dell'Italia il 13% dei 120 miliardi aggiuntivi messi sul tavolo, cioè 15 miliardi. Ricorderei che la FED americana immetterà 1500 -sì, 1500- miliardi di dollari), per permettere così alla BCE di acquistare in misura maggiore i titoli degli Stati in difficoltà.
I 120 miliardi sono una goccia nell'oceano rispetto a quello di cui ci sarebbe bisogno per tenere a freno gli speculatori (come ammesso persino da Cottarelli) e che dunque destinare una percentuale leggermente più alta di quei 120 miliardi all'Italia rischia di essere un pannicello freddo. Soprattutto considerando che il «whatever it takes» di Draghi si basava proprio sulla promessa della BCE - mai attuata, ma i mercati si sono fidati - di intervenire in maniera
illimitata sui mercati dei titoli sovrani se ce ne fosse stato bisogno (attraverso il programma OMT), l'unica maniera per tenere veramente a bada gli speculatori.
Invece, specificare prima il volume del proprio intervento (cioè quello che faceva la BCE pre-2012) rappresenta un regalo agli speculatori, che così sanno esattamente quante sono le cartucce in mano all'avversario. Siamo dunque tornati a pieno titolo al regime pre-2012 (come ammesso, anche questo, dallo stesso Cottarelli), a conferma che i rapporti di forza in seno alla BCE sono cambiati a favore dei falchi.
Non a caso anche in seguito alla "rettifica" della BCE, oggi i BTP a 10 anni continuano a viaggiare a un tasso dell'1,7%, rispetto all'1,2% a cui stavano prima della conferenza stampa della Lagarde di ieri. Vedremo nelle prossime ore e nei prossimi giorni.
Ultima, inquietante cosa: sì, la BCE può intervenire in maniera mirata e illimitata per calmierare lo spread di un paese membro attraverso il succitato programma OMT, ma questo è vincolato a rigidi criteri di condizionalità e all'accettazione di un programma di aggiustamento del MES, di cui - probabilmente non a caso - è prevista a breve una riforma in senso nettamente peggiorativo. Insomma, il problema non è la Lagarde ma l'architettura stessa della moneta unica.
Non a caso qualcuno in Europa (aiutato da qualche
Quisling nostrano) spinge tanto affinché venga parlamentarizzata (e approvata, ovviamente) proprio la riforma dello stesso MES.
Quindi, semplificando: per adesso fate deficit, approvate il MES2 e le sue nuove regole. Poi l'anno prossimo, quando la crisi non sarà di certo passata, chiedete aiuto allo stesso, che vi presterà dei soldi (una parte consistente dei quali vengono dalle vostre tasche, per altro) in cambio di programmi di austerità devastanti, che in una situazione di crisi peggioreranno in maniera drammatica la stessa. A quel punto, sempre secondo le nuove regole del MES2, fate default su una parte del vostro debito sovrano (possibilmente quello detenuto da banche, assicurazioni e risparmiatori italiani, cioè tipo il 60%). E poi potete pure morire.
La prima conseguenza di questa roba scellerata? Pronti. Vi ricordate nei giorni scorsi il ministro Speranza che diceva di stare lavorando ad un decreto nel quale avrebbe assunto migliaia di medici e infermieri che poi dopo due anni di precariato sarebbero stati stabilizzati? Ecco, scordatevelo, perché poi il decreto è uscito e della stabilizzazione non c'è traccia in quanto l'UE ha minacciato che le spese aggiuntive non devono essere strutturali:
TFP Link :: https://www.ilsole24ore.com/art/in-trincea-ma-contratti-precari-ecco-20mila-assunzioni-rischio-sanita-ADeTfVC?fbclid=IwAR2K1Xfc-RDGrW_bb1mq13RblzX1dxNjaglidNXkPZOwujYDgiaN-pEcZyw"Arrivano risorse (650 milioni) e corsie veloci per assumere i 20mila medici e infermieri chiesti dalle Regioni per dare il cambio a chi sta in trincea e coprire così i buchi li dove serve di più nel pieno dell'emergenza coronavirus. Peccato che il decreto legge Sanità n.14 appena approdato sulla Gazzetta Ufficiale - quella del 9 marzo - chiuda la porta a qualsiasi percorso di stabilizzazione per i camici bianchi che decideranno di rispondere alla “chiamata” alle armi contro il coronavirus. No anche a straordinari pagati di più per il personale sanitario già operativo."