Grazie mille per il chiarimento, avrei giurato che il debito dei lander venisse escluso dal conteggio di bilancio statale.
Circa la parte quotata sopra @Dark Fantasy, in pratica stai dicendo che con una legge statale abbiano favorito una ricapitalizzazione di istituti principalmente privati, in perfetto stile italiano? (ove magari in Germania accadrebbe il contrario)...
No, allora, in Italia il debito delle regioni non entra nel bilancio statale, e immagino a fortiori in Germania, che è uno Stato federale vero (non una informe via di mezzo come l'Italia); ogni regione (lander) ha il proprio bilancio. Ad essere precisi, neanche lo stock di debito statale (regionale) entra nel bilancio statale (regionale), essendo il bilancio annuale solo un bilancio preventivo (redatto in conto competenza e in conto cassa). Il conto che enumera le attività e passività dello Stato è il
rendiconto generale dello stato (approssimabile ad una stato patrimoniale in ambito privato), ma il calcolo del debito pubblico (così come del Pil) viene effettuato dall'Istat, non dalla contabilità pubblica nazionale. E' invece quest'ultima a determinare (a consuntivo) l'indebitamento netto dell'intero settore pubblico, nel
conto economico consolidato delle pp.aa.Circa la rivalutazione delle quote di Bankitalia, certo, è stato fatto (non tramite legge di bilancio, come ho scritto erroneamente, bensì con
DL 133/2012). Le
motivazioni ufficiali del provvedimento, in parte anche ricevibili, non state certo quelle di regalare soldi alle banche.
Basterebbe, per affrontare la crisi, che la nostra banca centrale monetizzasse il deficit, cioè stampasse denaro per comprare titoli di stato che non dovremmo mai restituire (detto in soldoni). Uno strumento che, se viene usato male o se ne abusa, genera inflazione, ma che, in una fase di contrazione e/o stagnazione dell'economia causa assenza di investimenti e soprattutto in uno stato di deflazione che dura da dieci anni, non avrebbe effetti negativi rilevanti, anzi (sempre ammettendo che un'inflazione fra il 4 ed il 5% sia davvero un dato negativo, in presenza di opportuni correttivi salariali).
Sono d'accordo. Ma purtroppo la BCE prima o poi toglierà il supporto incondizionato, e la nostra banca centrale non può più monetizzare (come sai, già da prima dell'adozione dell'euro). Vista la situazione storica (e non mi riferisco solo all'emergenza sanitaria), io sarei per dismettere la finzione dell'indipendenza della banca centrale e della ortodossia monetaria. Prima o poi i nodi verranno al pettine comunque, e allora la crisi di fiducia nelle banche centrali e nel sistema monetario sarà la madre di tutte le crisi (non prendetemi troppo sul serio, seghe mentali personali).
A quanto ho inteso leggendo qui e altrove (ma correggetemi se sbaglio!) nel contesto UE ci sono uno o più trattati che prevedono modifiche solo ed esclusivamente all'unanimità. Esattamente come siamo arrivati ad uno scenario del genere, come si è potuto dare il via libera ad accordi talmente rigidi?
Le istituzioni europee sono di due tipi, alcuni hanno una legittimazione democratica elettiva (Parlamento), altri, diciamo, derivata (Consiglio, composto da rappresentanti governativi eletti nei Paesi membri, e Commissione, composta da membri scelti da un mix di consiglio, parlamento, equilibri politici vari, etc). I processi decisionali risentono di questa sorta di legittimazione duale. La stragrande maggioranza degli atti dell’UE è adottata mediante procedura legislativa ordinaria, dal doppio voto di Parlamento e Consiglio; in genere, il Parlamento adotta la proposta a maggioranza semplice e il Consiglio a maggioranza qualificata, ma in alcuni casi è richiesta in seno al Consiglio l’unanimità. I
trattati sono praticamente la costituzione europea, e, da un punto di vista formale, è logico che la loro modifica richieda una procedura rafforzata con annessa necessaria unanimità delle decisioni. Vedi questo
pdf per ulteriori dettagli.