*Si spera sempre altrimenti per il futuro prossimo, invece. Io confido in revisioni strutturali dell'euro e delle politiche economiche dell'unione, non essendo anti-europeista a priori.
Eh, il problema è che la revisione dei trattati richiede l'unanimità del voto. Ed in una situazione come quella dell'UE, costruita non su basi di solidarietà fra paesi ma su dinamiche geopolitiche che avvantaggiano alcuni stati a discapito di altri in base ai rapporti di forza fra gli stessi, l'unanimità non ci sarà mai.
Poi c'è l'elemento "di classe", non meno importante: l'UE ed i trattati che la istituiscono, scolpiscono nella pietra il modello economico scelto, un modello che è ovviamente servito a ribaltare tutte le conquiste che il lavoro ed i lavoratori avevano ottenuto dal capitale a partire dalla fine della seconda guerra mondiale sino all'inizio degli anni ottanta. Quindi, anche le classi dominanti dei paesi svantaggiati dall'euro e dall'UE, difficilmente appoggeranno proposte di modifica in quanto rischierebbero di perdere ciò che sono riusciti ad ottenere dalla moneta unica (e cioè l'abbassamento dei salari ed il conseguente aumento dei profitti), indebolendo perciò il fronte di chi chiede una revisione delle politiche adottate.
Qui infatti si svela il vero volto dell'UE, oltre le ragioni geopolitiche (Francia e UK che volevano mettere la museruola ad una Germania riunificata, finendo però per ottenere l'effetto contrario), quello cioè di dispositivo attivato dal capitale per riprendersi indietro (con gli interessi) le concessioni che è stato costretto a fare nei confronti del lavoro perché fino al 1989 c'era lo spettro del comunismo e volevano evitare a tutti i costi che quel mondo risultasse "più attrattivo" rispetto al nostro.