...quella del Grifone m'ha proprio divelto
Primo, m'ha fatto viaggiare ai margini del mondo. Già successo con altre, per cui niente di specifico. Però mi ha fatto avventurare presso alcune rovine dove c'erano dei dragonidi che non avevo mai visto [e che per fortuna non ero costretto ad affrontare^^]. Scoprirò in seguito che si trattava di due Scaltrocertole Madri [e in effetti avevo intravisto un nido con delle uova].
Poi mi ha fatto dirigere presso il Castello sul Monte Gru. Anche questo un posto in cui non ero ancora stato. Ci sono arrivato da una
stradina laterale piuttosto impervia ma che ripagava con un panorama favoloso, scoprendo di lì a breve che il castello
è una roba favolosa di suo. Dentro c'era una Base Hanse, una feature che avevo già incrociato prima e che prometteva faville, ma su cui non avevo ancora affondato i denti. Parte quindi una super-royal rumble con doppia impanatura croccante e cuore di Bufala Campana DOP.
Ripulitimi i baffi, rivengo un passaggio segreto e scopro dei collegamenti con l'attività del Dottor Moreau [di cui avevo già fatto la quest], venendo a conoscenza del fatto che... il witcho dell'armatura del Grifone è il figlio.
Prima di procedere per il portale, però, ricarico il save, che voglio rifarmi il mega-combattimento coi banditi provando a non uccidere la sentinella con la torcia e l'elmetto troppo fashion à la Mad Max, sperando di elevare al cubo il divertimento. Durante la preparazione allo scontro, scopro l'entrata principale del castello, con tanto di segnalino per il viaggio rapido.
Favola nella favola!Proseguo con la quest, teletrasporto --> nuovo laboratorio del Dottor Moreau --> combattimento con un Golem --> schemi del Grifone --> lettera di Jerome rivolta al padre, l'ultima prima di morire
Nel dirigermi verso l'uscita, scorgo nella penombra due sagome stranissime, che si muovono in una maniera bizzarra, come nessun mob finora. Son due tipi di vampiri che non avevo ancora incontrato [anche se uno cell'ho nel bestiario, grazie a un libro comprato in città]. Non ci capisco un cazzo e scappo a fatica verso l'uscita. E mi ritrovo baciato dall'alba, sulle rive di un laghetto delizioso. Respira, Geralt, respira.
Riposo, do un'occhiata ai miei appunti, apprendo le caratteristiche del Garkain, arzigolo le mani in quello che dovrebbe essere l'equivalente per un witcho del segno della croce e... torno dentro, intenzionato a fare il culo ai due ciucciacosa.
Avuta la meglio, torno all'esterno e sul lungolago mi imbatto in tre banditi piuttosto allegri che custodivano un tesoro. Li faccio isi e Geralt
commenta così.
Chiamo Rutilia e mi metto in viaggio verso il prossimo equipaggiamento da witcher. Non avendo shortcut per viaggio rapido, come spessissimo in queste fasi, faccio tutto a cavallo.
Arrivo nei pressi di quello che sembra un villaggio di gente per bene, tenuto a modino, ma non vedo nessuno. Poco dopo mi viene notificato che si tratta di un sito abbandonato. A quel punto mi aspetto di vedere spuntare qualche bandito, ma nulla. Raggiungo l'estremo opposto di quella che nel frattempo scopro essere la Fattoria di Basane, senza ancora incrociare nessuno. A una trentina di metri noto qualcosa di strano. Boh, parrebbe un ragno. O un ghoul particolarmente grosso, forse specialità del Toussaint. O una scimmia. Spé, una scimmia in The Witcher? Machecazz... Non capisco. Faccio il giro largo, tenendo 'sta roba al centro dello schermo, in bella vista. E ancora non capisco. Poi quella roba mi nota, si alza in piedi e finalmente capisco. È UN FOTTUTO LUPO MANNARO.
E di livello 48.
Scappo come un disperato, a piedi, perché per aggirare meglio il coso ero passato su un ponticello e col cavallo mi veniva scomodo. E 'sto figlio di puttana mi insegue, VELOCISSIMO, tipo le pantere. Alla fine di una manciata di secondi che sembravano interminabili, i limiti di aggro fanno finalmente il loro dovere, facendolo rientrare verso la fattoria.
Rimango lì inebetito, con i polsi che mi tremano, mentre chiamo meccanicamente Rutillia, provando ad impacchettare i pensieri per la prossima mossa, inutilmente, che l'ansia mi serra ancora la gola come un mattone, bloccando l'afflusso di sangue al cervello, impedendomi di ragionare, fin quando si decide finalmente a stemperarsi, facendomi pian piano assaporare l'aria di campagna, che non mi è sembrata mai così dolce.