No, la grafica non c'entra molto, mi accodo a
@Laxus91.
È piuttosto circostanziale per certi versi. Vedrete la seconda giovinezza che s'appresta a colmare e che compleanno lo strigo festeggierà sullo Switch.
C'è molta gente che non l'ha giocato su PC o PS4, più di quella che credete. Ho la posta piena di amici e fedeli nintendari che mi chiedono timidamente di consigliare loro come giocarlo (senza HUD, ovvio) e come trarne il maggior beneficio. E e se tanto mi da tanto, capiranno anche i toni piuttosto distanti, perché il suo più grande merito è che Geralt arriva a tutti, è come una canzone dei Queen. Potrà anche non piacerti il genere ma il piedino lo muovi. Eccome.
C'è qualcosa che pulsa sotto questi ammassi di poligoni e tridimensionalità insomma, non è solo "grafica".
Una cura ed un amore che è stato infuso solo di rado nel nostro medium, e parlando a denti stretti, come mi piace fare, senza girarci troppo attorno, solo su un altro paio di giochi, uno dei quali è
Red Dead Redemption 2 - che guardacaso - è fatto da autentiche primedonne come i rossi, i ragazzi di Rockstar.
E sono qua anche per testimoniare, qualora vi fosse un reale bisogno di consolidare alcune idee, che OGNI giorno vedo una fiamma accendersi. Ogni - maledetto - giorno (domenica compresa) sui social e sui gruppi associati alla saga, qualcuno diventa il benvenuto Spesso gruppi di discussione più civili di quel che si crede, e anche questo aspetto...oh sarà semplicemente un caso ma mi sembra anche strano che "intorno" all'universo The Witcher/TW3 ci sia puntualmente gente che parla di medioevo o la ballata degli impiccati di Villon e meno di rankare.
Oh, sarà un caso. Ma se mi permettete, non ci sono molti Barbato là fuori, nella nostra categoria, intendo, chi insomma ne fa - cit -
un minchia tanta della storia insomma.
Eppure il Witcher li richiama tutti attorno, scrittori mancati e non, poeti, artisti maledetti, saggisti e storici di ogni foggia, medioevisti, studiosi di araldica, persino disillusi schermidori, tutti un branco di fanatici forse, sarà solo un caso. Probabilmente se frequentassi un gruppo di Horizon, verrei investito da un autentico tsunami di considerazioni sulle tematiche che durante il gioco...ehi, aspetta un attimo.
Io ho frequentato un gruppo di Horizon, per tutta la durata "attiva" e vitale del gioco.
E non ho mai parlato di natura, lifepath, matriarcalità, tecnologia, bioetica, oh, al diavolo, sarà solo un caso. Ma mi sembra anche parecchio strano a conti fatti, aver toccato solo in due o tre occasioni tematiche interessanti, attorno al gioco. Va anche detto che non posso fare di casi personali, statistiche.
Insomma, che nascano discussioni, tra le più disparate che tentano di codificare il successo che sembra intramontabile, mi sembra organico, a conti fatti.
Forse qua sul TFP è una nicchia d'oro, dove si mette la parola "fine" a questa esperienza, con un po' troppa leggerezza. Un gioco che continua ad aspron battuto, a richiamare attorno a sé giocatori come una sirena con il suo mellifluo canto, orde...qualcosa vorrà ben dire, oltre a sta cazzo di grafica. Potrei anche sollevare altre riflessioni, come per esempio, il fatto che puntualmente Tw3 lascia sempre inevitabilmente il videogiocatore a bocca asciutta. Già, perché na volta "completato" il ciclo Witcheriano, sul mercato, a patto di non costringersi ad ampie accondiscendenze, che tutti conosciamo molto bene, non c'è veramente niente come
Wild Hunt Hunt. Proprio niente. Ma qui muore il fanboy ed il pupo, spero si sia accorto del colpo letale. Sono dannatamente realista nel dire questo, e lo sapete anche voi.
E si badi bene che ne riconosco la struttura vecchia, in termini di gaming, di almeno dieci anni, e tutti i problemi in sede di prassi ludica, spesso evidenziati con successo da disamine molto attente e specifiche, anche qua dentro.
Da anni,
perché ormai si parla da anni di questo gioco, ho provato a capire il successo, dietro al gioco, agli artisti che vi hanno lavorato, agli scrittori che hanno contribuito...alle numeorose istanze che ha presentato, a come e perché, in sostanza, è diventato il Quarto Potere del videogioco action/rpg o il D.C del videogioco fantasy d'azione.
E credo di aver raggiunto, sommarimente, la cosidetta pace dei sensi ed averlo capito.
TW3 è l'equivalente di una serie TV. È stato fatto, probabilmente ed inconsapevolmente aggiungo, mettendo e sfruttando ad hoc, tutti i passaggi più canonici e mirabili di una serie tv, prima ancora che ufficiosamente queste nascessero, specialmente nella loro forma attuale, che tutti amiamo o abbiamo amato. Il Breaking Witcher? Sì una cosa simile.
Caratterizzaione dei personaggi a dir poco smascellante, che dall'essere figurine bidimensionali come Aloy, Deacon ST.John, Cassandra/Alexios, ...(la lista è veramente lunga) sono diventati esseri senzienti veramente tridimensionali, con indubbio spessore psicologico, e cose veramente importanti da dire, attraverso il gioco e tutti, alla fin fine se ne accorgono. Perché tutti alla fin fine sono raggiunti da concetti universali che il gioco tratta, sempre con un tocco che non è da videogioco, è una specie di fotografia di Ian Weldon tipo, quello che nei matromini cattura l'anima stessa dei matrimoni, senza filtri, sai che The Witcher, non ti prende per il culo, ti rispetta come giocatore. Ci crede, assieme a te ed è brutale nello sbatterti in faccia la realtà. E poi proseguendo, in totale e completo disordine, un world building eccellente che senza paragoni facili, ottempera, in un perfetto equilibrio, verosimiglianza storica, tanto cara ai polacchi, e uno scenario fantasy europeo tra i più difficili da portare e trasporre nel caro ed amato videogioco [forse Malazan, sarebbe stato peggio. Ma sono sicuro che ci sarebbero riusciti] oltre a questo fiabe e racconti popolari del Filò tipo. Proseguo? Un protagonista che non può che conquistare chiunque, dotato a sua volta di una carica innata, Geralt, lo amano davvero tutti. Non c'è niente da fare, il suo essere letteralmente tra i mondi, il suo essere un viandante sporco di fango, il suo essere formalmente un non-eletto o un non-predestinato, il suo essere un personaggio all'unisono cazzuto, romantico, padre, coraggioso, fallace, è praticamente un mito greco vivente, anzi è un uomo post-caduta del muro di Berlino, attraverso il suo lavoro, cerca di farsi accettare dalla cosidetta società, e molto altro.
Dannazione, non è solo grafica.