Quello che volevo comunicare era che non riesco a capire come si riescano a vedere tanti difetti OGGETTIVI in SotC e poi soprassedere su quelli di MGSV. Tra i due quello meno difettoso è proprio il primo a mio parere.
Ah, ecco, il concetto era quello. Beh, sono due progetti ambiziosi e per motivi diversi hanno delle sbavature rilevanti ma SotC, nella sua dimensione di gioco dichiaratamente artistico, abdica alla resa emotiva determinate caratteristiche ludiche come interpretabilità, divertimento a mezzo meccaniche, tenuta tecnica globale e una certa diluizione della suo reale potenziale (difficoltà, hint obbligatori ecc.). MGSV è un gioco smisurato, ovvio dove è grande la portata grande è l'errore ma devo dire che tutte queste magagne non le ho viste. Bon, pace.
Per il resto del discorso, non capisco per quale motivo un gioco che riesce a ritagliarsi una visione che risulti perfettamente compiuta all'interno dei limiti imposti (e una manciata di giochi indie secondo me rientrano proprio in questa definizione) non possa aspirare ad essere un capolavoro oggettivo. Anche perché da che mondo e mondo i limiti ci saranno sempre, pure quando arriveremo ad avere potenza computazionale tale da simulare il mondo reale 1:1. Non è che quelli che tu chiami capolavori OGGETTIVI non avessero dei limiti. La qualità di certi giochi è proprio quella di riuscire ad aggirare in modo creativo i limiti che la propria condizione (tecnologica o economica) impone e a riuscire lo stesso a creare qualcosa di totalmente compiuto.
Il fatto è che ritorniamo alla definizione di capolavoro che io considero come la massima espressione di un particolare genere, perfetta in tutte le sue parti (o almeno tendente alla perfezione). Essendo il mondo dei vg tecnicamente in divenire la provvisorietà tecnica è contemplata. E' ovvio che se io mi prefiggo il massimo risultato all'interno di un contesto diverso o comunque limitato, la scala valoriale può e deve cambiare.
Poi continui a fare paragoni con le opere d'arte che ti offrono sempre un controesempio, ad hai citato la pittura ed io ti cito Van Gogh. Se entriamo nel mondo del cinema alcuni grandi capolavori sono stati fatti proprio a causa degli ostacoli che i limiti tecnologici hanno imposto alla loro visione e nel modo in cui i geniali registi li hanno aggirati. Questa concezione secondo cui se non spingi in tutte le direzioni non sei un capolavoro OGGETTIVO la trovo parecchio limitante. Ad esempio lo stesso MGSV che citi mica è tanto ciccio dal punto di vista tecnico.
Mi puoi citare Van Gogh ma l'arte di per sé (come la filosofia e la letteratura) nasce come negazione e superamento del precedente periodo. Van Gogh arriva in un momento storico in cui si rielabora l'arte figurativa e il disegno dal vero oggettivamente detti e in cui si era già da tempo sfiorata la perfezione fotografica. Un binario morto. Per cui la sua ricerca va verso la destrutturazione di certe simmetrie e la ricompilazione in una forma diversa esteticamente appagante. Procedendo per negazione è pacifico che questo per lui
debba essere superato da questo
ponendosi in antitesi che ne tiene conto ma lo scavalca. Chiaro no? E' un po' come un Journey che si discosta da GTAV, lo fa con un preciso scopo.
E' un capolavoro? Sì, ma concettuale. E torniamo al problema della definizione.
Per il resto capisco il tuo punto della limitazione del concetto di capolavoro come massimo raggiungimento di ogni aspetto ma temo di più le paludose insidie della soggettività e del gusto. Che non saranno limitanti ma sono inconcludenti.