Per quanto riguarda, nello specifico, le soldatesse discinte, non c'è bisogno di chissà quale trascendentale motivazione psicologica per capire quale sia il "gioco", è dai tempi di MGS2 che Kojima si diverte a mettere alla berlina, tra le altre cose, l'idea di orde di ragazzini pipparoli convinti di diventare, o di essere, soldati impugnando un pad e muovendo un cursore sullo schermo (Psycho Mantis era solo una delle burle che nascondeva questo assunto), basti leggersi una qualsiasi disquisizione sui vari forum di videogiochi che trattino first person shooter, con tanto di lamentele alla povertà della "fisica" se il proiettile si comporta seguendo le leggi della balistica, e non come il pugno di superman come si vorrebbe. Bene, una delle attività che maggiormente si caratterizza, tra le mille, videogiochi compresi, per rappresentare la realizzazione di questo sogno, c'è il soft air.
Questo è solo uno dei possibili "Paginoni Centrali" di una qualsiasi rivista dedicata al settore "Uomini, armi, tattiche", col suffisso "giocattolo", debitamente secretato tra i file nascosti dell'orgoglio maschile:
Il dettaglio colpirà sicuramente gli esperti del settore "Giapponesi maniaci deviati", ma il materiale è tutto occidentale. Potrei postare riviste di giornalismo, economia, motociclismo allo stesso modo, ma sarebbe pleonastico.
E' con questo che noi facciamo i soldati e giochiamo alla guerra, altro che
battlefield e pretese di decoro nel realismo, quests è la realtà del nostro mondo fatto di migliaia di possibili mondi irreali (come ci ha ricordato, semmai ce ne fosse il bisogno, anche Snyder col suo Sucker Punch). Un paio di tette al vento non sono differenti da un colpo di fucile che ti fa volare per 5 metri indietro, l'unica serietà pretendibile è che qualcuno se ne accorga e ne voglia parlare, che sia con un videogioco o altro, ammettendo che sì, è solo un gioco, ma dannatamente serio nella sua naturalezza rispetto alla burla del prurito moralistico...