Beh, ma nel migliore dei mondi possibili chi non riesce a coniugare soggetto-verbo-predicato, etc. dovrebbe naturalmente implodere, essere messo ai margini ed ostracizzato. Il problema è che un pezzo di carta o una tessera non potranno mai sostituire la selezione naturale.Il problema è che tale selezione, che pure avviene in potenza (chi sopravvive all'internette, può resistere a tutto) , all'atto pratico non trova piena, nè parziale attuazione, così ti ritrovi in un mondo (im)perfetto in cui gente palesemente incompetente prospera perchè chi mette il danaro non ha alcun interesse verso la qualità, ma abbisogna solo di un prodotto da vendere agli inserzionisti, anch'essi miopi ed ignoranti, nel senso letterale del termine. Detto questo, se un appassionato di un determinato settore in X anni non sviluppa autonomamente un senso critico proprio, beh, allora sono cazzi suoi.
Sulla parte finale del tuo discorso, sapevo che ci saremmo prima o poi arrivati. Noi più anziani, abbiamo sviluppato un senso critico e di certo non abbiamo più bisogno, o quasi, di leggere le recensioni dei siti per capire quali titoli possono meritare il nostro tempo. Ma noi siamo stati educati da una generazione di giornalisti che, con tutta probabilità, pure loro erano sprovvisti di laurea o iscrizioni ad albi vari, ma si muovevano in un settore che era agli albori ed era molto più istituzionale, protetto, e difficile da raggiungere per il semplice appassionato.
Internet ha dato accesso a tutti, e sopratutto nei settori tecnologici come il nostro, ha dato libero accesso alla critica "per e da" tutti. E' proprio ora che urge selezionare il professionista dall'amatore. E puoi farlo solo istituendo percorsi formativi e di studio. Meritevoli o meno, è l'unica via. Non tanto per noi veterani che ormai siamo stati (nel bene o nel male) formati, ma per i giovani che magari si sono avvicinati al settore con PS2 o 360.
Se noi siamo cresciuti con Videogiochi, ZZap! o The Games Machine, che erano le uniche fonti di informazione, quale tipo di critica dovrebbe essere data ai neofiti che invece hanno accesso ad una mole sterminata di informazioni più o meno attendibili o meritevoli, e più o meno corrotte da logiche di mercato? Se non cominci ad obbligare gli editori, proprietari dei siti più grossi, a iscrivere i propri giornalisti ad albi di settore che certificano la professionalità degli stessi, come sarà possibile far crescere il settore? Come speri che gli stessi preferiscano pagare il triplo un giornalista laureato ad un ragazzino quindicenne dislessico ma animato da tanta passione?
Che poi anche il ragazzino possa avere argomentazioni meritevoli da esporre e magari qualche giornalista sia più crudo di una capra, ci sta. Viviamo, come dici, in un mondo imperfetto. Ma io non credo nell'autarchia, così come non credo che un settore non regolamentato, possa da solo risollevarsi dalla mediocrità generata dall'assenza di qualunque regola o certificazione che attesti un minimo di preparazione...
Ah per inciso io parlo ovviamente della critica istituzionale, quella cioè dei siti o delle pubblicazioni ufficiali.
La qualità poi la trovi dovunque, ce n'è moltissima anche qui su TFP, e probabilmente pochissimi hanno lauree o hanno seguito corsi appositi