È semplicissimo: dal boom di MTV in poi, coi video di gente che beve balla & sculetta come se la vita non fosse altro, non si vende più musica, si vende spettacolo. La gente non compra più un disco (le rarissime volte che lo compra) perché gli piace la musica, ma perché ha visto e rivisto quel video o quel cantante in tv. E per le "amate" case discografiche tutto ciò è assolutamente comodo: anziché dover assecondare le bizze di un musicista/artista, molto più comodo pigliare un ragazzino/a carino/a ormonico/a in cerca di successo facile: lo paghi quel che lo paghi (tanto a lui interessa soprattutto la figa, ed essendo sempre stato un mantenuto anche pochi spiccioli gli faranno girare la testa), gli fai cantare cantare dei pezzi stile mangime per le galline (galline=il pubblico, che la televisione contribuisce a gallinizzare sempre di più) scritti ad hoc dai tuoi autori/mercenari, arrangiati dai tuoi bravi arrangiatori (bravi professionisti che fanno ciò per cui li paghi stando zitti, senza la pretesa di voler comunicare qualcosa o di voler fare dell'arte), e poi fai desiderare alle galline il mangime bombardandole in tivvù. Funziona, cavoli se funziona. Il difetto è che il mangime non genera continuità, non si vende negli anni come i dischi di quei disgraziati degli artisti che tanto ti sfracassavano i maroni negli anni settanta, per cui ogni anno devi ricominciare col giochino. Ma ti costa meno, ti esponi meno, lo controlli meglio. Alla faccia della musica, che se m'interessava la musica facevo l'artista del cazzo, mica il discografico.