Sono finalmente riuscito a prenderlo in mano per poi procedere a finirlo in paio di sedute notturne (PS4).
Nonostante gli anni ormai passati dall'uscita, The Unfinished Swan era tuttora per me il gioco in cui si lanciano palline di vernice nera per orientarsi in un mondo completamente bianco, e grazie a ciò, arrivarci totalmente vergine mi ha permesso di esserne piacevolmente sorpreso.
In termini di meccaniche vi sono sicuramente segmenti più deboli di altri, ma nel complesso c'è un'importante dose di inventiva, sopratutto in un paio di capitoli. Al limite posso lamentare che alcuni di questi elementi non vengano sfruttati in maniera più estesa, anche solo in termini di durata dei istanze in cui si rendono necessari.
Ho moltissimo apprezzato la secondo me coerenza che si viene a creare tra le meccaniche di gioco e ciò che The Unfinished Swan vuole raccontare. Questa simbiosi tra narrazione e meccaniche non è sempre elegante, ed è più efficace in certe scelte piuttosto che altre, ma quando funziona lo fa alla grande, e riesce a dare concretezza a ciò che narra.
Non mi voglio dilungare troppo nella disamina, anche perché non voglio mettere a repentaglio quello che mi ha permesso di apprezzare il gioco al meglio, ovvero la non conoscenza di ciò che mi attendeva, ma lo consiglio decisamente.
E' un'esperienza di tre-quattro ore che non ha magari lo stesso impatto di altre di questo calibro, ma che val pena sperimentare.