Topic: ::: Players Podcast Episodio 4 ::: Discutere su Internet

[Gatsu]

In un episodio interlocutorio in attesa di una puntata con grossi ospiti in arrivo verso la metà di Aprile, Players si interroga sulla propria utenza. Feedback, commenti e discussioni sono il pane quotidiano di chi lavora con internet, allora perchè è così complesso instaurare un rapporto con l’utenza?

Partendo da uno spunto interno alla Redazione, andiamo ad esaminare la situazione di altre realtà, e discutiamo se e quanto sia importante sapere come l’utenza si interfaccia alle varie proposte – editoriali o meno – ai tempi di internet. Tempi in cui chiunque può dire quello che gli pare nel giro di pochi secondi e un paio di click.

In più, la consueta rubrica Players Roundtable, che vi presenta quello che stiamo leggendo/giocando/vedendo.



In streaming: http://www.playersmagazine.it/2012/03/30/players-podcast-episodio-4-discutere-su-internet/
Abbonati gratuitamente su iTunes: QUI
Scarica l’MP3 (tasto destro del mouse > Salva con Nome): QUI
RSS: QUI

[fulgenzio]

LOL per la cover.

[femto88]

Con il tagliaferri, bello!

[slataper]

Ho ascoltato i primi 15 minuti circa, riflettevo sul fatto che gli articoli più commentati che leggo in giro sono quelli che ricadono nella categoria "A vs B": che si tratti di calcio, di videogiochi, di politica o di tecnologia, il popolo dei commentatori si scatena quando può schierarsi a favore o contro qualche cosa. Il valore aggiunto di tali commenti è ovviamente pari a zero come feedback sul contenuto degli articoli, mentre ha un senso come cartina di tornasole dell'interesse suscitato dall'argomento. Vedi per esempio il recente pezzo di Michele Serra che ha scatenato l'ira dei twitterini:

L'altra sera guardavo un programma tivù in compagnia di un amico molto più giovane di me, e molto interconnesso. Quasi ogni minuto, dunque quasi in diretta, lui leggeva (e mi leggeva) la gragnola di commenti su Twitter. Più ancora della violenza verbale, e della sommarietà dei giudizi (si sa, lo spazio è quello che è), mi ha colpito la loro assoluta drasticità: il conduttore era per alcuni un genio, per altri un coglione totale, e tra i due "insiemi", quello pro e quello contro, non esisteva un territorio intermedio. Era come se il mezzo (che mai come in questo caso è davvero il messaggio) generasse un linguaggio totalmente binario, o X o Y, o tesi o antitesi. Nessuna sintesi possibile, nessuna sfumatura, zero possibilità che dal cozzo dei "mi piace" e "non mi piace" scaturisse una variante dialettica, qualcosa che sposta il discorso in avanti, schiodandolo dal puerile scontro tra slogan eccitati e frasette monche.
Poiché nonè data cultura senza dialettica, né ragione senza fatica di capire, la speranza è che quel medium sia, specie per i ragazzi, solo un passatempo ludico, come era per le generazioni precedenti il telefono senza fili. E che sia altrove, lontano da quel cicaleccio impotente, che si impara a leggere e a scrivere. Dovessi twittare il concetto, direi: Twitter mi fa schifo. Fortuna che non twitto...
- MICHELE SERRA

[Gatsu]

Si, ovviamente, gossip e articoli fatti apposta per provocare reazioni funzionano meglio. Però c'è modo e modo di farli, nel senso che ci sono quelli fatti per far caciara e quelli "propositivi", tipo, non so, il Saturday Night Sondaggismo per dirne uno che riscuote successo.

[slataper]

Riguardo "Anna": a mio parere a monte dei commenti lì c'è stata una piccola ingenuità di comunicazione, pubblicando come trailer un contenuto che, se fosse stato pubblicato come game footage video, non avrebbe sollevato quel tipo di critiche.

Azzeccatissimo il paragone di fulgenzio tra l'eccessiva attenzione ai commenti e l'abuso di focus group. Se tutti costruissero libri, film, videogiochi o articoli basandosi solo sulle aspettative monitorate del pubblico di riferimento, si andrebbe a perdere qualsiasi tipo di innovazione o di sorpresa. D'altra parte in marketing, il tanto vituperato concetto di "creazione del bisogno" si basa su una logica opposta.

[Gatsu]

Credo che sia evidente. Non credo esista un'opera d'arte sulla terra che sia stata creata per acclamazione popolare e non grazie ad una visione precisa di un individuo o comunque di un gruppo ristretto di persone che condividevano una visione molto simile.

[AIO]

Come volevasi dimostrare, poco feedback anche qui dopo 2 settimane.. posso mettere una trollface? 
Vabbe', i motivi sono molteplici, ma io vorrei dire una cosa che non è stata tirata in ballo, e che ormai raramente si tira fuori (nonostante gli internauti nell'ultimo decennio siano cresciuti in modo esponenziale)... Il discorso della netiquette.
Che poi si limiti al "like" è già qualcosa, ma dal momento che io investo il mio tempo per ascoltare-leggere-guardare qualcosa, specie se poi questo tempo arriva addirittura all'ora e passa per un podcast, ma due righe di commento mi costerà tanto darle?
Sì, è anche questione di educazione: non si considera che il feedback può essere forse l'unico carburante esterno per continuare a produrre qualcosa di no-profit?
Quello che posso dire di Players Podcast è che l'ho trovato molto snello nella gestione dei contenuti, e sono contento che non duri un'eternità. Magari mi recupero le altre puntate!

[Gatsu]

Puntata nuova registrata ieri. A dire il vero questo episodio ha ricevuto una serie di ottimi commenti, purtroppo sparsi su vari forum, twitter replies, g+, facebook, commenti sotto al post. Direi che siamo soddisfatti, certo sarebbe il caso che qualcuno pensasse a come aggregare tutti sti contenuti.

[AIO]

Diciamo che è il problema principale. Hashtag che vale per tutto, dai social network, ai blog, a Youtube... ci arriveremo.

[Gatsu]

Diciamo che è il problema principale. Hashtag che vale per tutto, dai social network, ai blog, a Youtube... ci arriveremo.

Devono farlo. Come la questione dei 1000 account, uno per servizio. La situazione sta diventando drammatica. Facebook Connect risolve la situazione in parte, ma servirebbe un ID separato gestito da...chi? Sicuramente non un'azienda privata, ma anche dal governo non mi prende molto bene.

[gabbre]

http://openid.net/

[AIO]

http://openid.net/

Non è tanto il discorso di loggarsi ovunque con un "account universale"; ma il fatto che un tuo feedback compaia in contemporanea su tutte le pagine-siti-post-network in cui potrebbe comparire. La prima cosa che mi viene in mente è un funzionamento alla twitter. Quindi invece che un openid, openhashtag... questione di tempo, sicuramente.

[gabbre]

Sì sì, stavo semplicemente rispondendo a Gatsu sulla questione account.

[AIO]

Sì sì, stavo semplicemente rispondendo a Gatsu sulla questione account.

Ah sì scusa, non avevo fatto caso che Gatsu ha scritto proprio "ID".