Dopo tanti anni che desideravo andare a Napoli a mangiare la pizza nelle pizzerie più rinomate finalmente ce l'ho fatta! Ho soggiornato nel capoluogo campano per 3 giorni e quindi ho mangiato altrettante pizze.
Appena atterrato, a pranzo, sono andato da Michele. Attesa di 1h 15' ricompensata da una margherita eccellente in un ambiente informale molto piacevole. Il tavolo in prossimità del forno ha impreziosito l'esperienza. Purtroppo la pasta non era stesa in maniera ottimale e la mia pizza presentava un antiestetico buco, ma si può soprassedere. Cottura ineccepibile. Devo dire però che nel pomeriggio, passato a spasso per Napoli con un caldo asfissiante, ho accusato una certa pesantezza. Non lo posso imputare soltanto alla pizza di Michele, quindi nel complesso mi sento di dare un solidissimo voto 9/10 alla pizza del più integralista tra i pizzaioli partenopei.
Il giorno successivo sono andato a cena da Starita, a Materdei. L'ho scelto anche perché alloggiavo davvero molto vicino e non avevo voglia di fare molta strada. Appena arrivato (h 19:30) vengo fatto subito accomodare e scelgo una pomodorini e bufala, preceduta da un paio di fiori di zucchina ripieni. La pizza si presentava splendidamente, rispecchiando l'ambiente della pizzeria che mi sento di poter definire elegante, se paragonato a quello più ruspante di Michele. Purtroppo la pizza, sicuramente di alta qualità, non mi ha comunicato un'idea, una filosofia, una storia. Nel complesso, non l'ho trovata poi così superiore a certe ottime pizze che si possono trovare anche nel nord Italia. Ho concluso con degli angioletti con crema di pistacchio, veramente una goduria, ma ho dovuto prendere da solo una porzione per 2 persone perché era la più piccola disponibile quindi ho faticato un po' a finire il piatto e nelle ore seguenti una certa pesantezza è stata inevitabile. Concludendo, do un comunque onorevole voto 7.5/10 alla pizza di Starita.
L'ultimo giorno non potevo non passare da via dei Tribunali e lì la mia scelta è ricaduta sul celeberrimo Gino Sorbillo, conosciuto ormai anche dai sassi. Orario d'arrivo sempre le 19:30, questa volta per entrare ho dovuto aspettare mezz'ora, nella quale ho preso un arancino alla friggitoria di fronte. Il servizio una volta entrato non è stato celere come leggevo dalle recensioni in rete, ma poco male. Ho scelto la pizza con le alici, sicuramente una tra le mie preferite. Contrariamente ai due giorni precedenti, invece di una Ferrarelle decido di abbinargli una Nastro Azzurro. Ho trovato la pizza di Sorbillo di una bontà commovente e con un impasto praticamente perfetto. Unico neo la cottura che per me si è protratta per qualche secondo di troppo, causando qualche piccola bruciatura qua e là che ha inficiato un pochino la godibilità di alcuni bocconi. Nonostante questo credo di poter dare, sulla fiducia, il voto massimo alla pizza di Sorbillo, ossia 10/10. Con una tale pasta, leggerissima e soprattutto soffice fino all'ultima fetta, contrariamente a quella di tante pizzerie che raffreddandosi tende ad assumere una consistenza gommosa, direi che un voto così può accompagnare solo.
Sono ovviamente soddifatto di quanto ho assaggiato e mi dispiace solo che non ho in programma di tornare a Napoli a breve per ripetere l'esperienza. Andare a Napoli è una cosa che ogni amante della pizza dovrebbe fare e badate che io non sono un'integralista della napoletana come unica alternativa possibile, anzi! Però a Napoli si percepisce che la pizza è ben più di una pietanza e questa sensazione non si trova da nessun altra parte.