Racconto la mia esperienza di oggi coi commessi Gamestop, dai.
Vado a ritirare lo Switch Neon prenotato il 24 gennaio. Appena arrivo con lo scontrino, il commesso mi guarda e mi fa "il Neon non c'è più, devi aspettare dieci giorni che arrivano altre unità". Io, che ho Zeldone a casa che mi aspetta, bestemmio i turchi nell'intimità della mia mente e faccio presente che la console l'ho prenotata e che mi aspettavo di trovarla il giorno dell'uscita. Gli domando come abbiano potuto finirle tutte, visto che era il giorno del lancio e il negozio era aperto da un'ora e mezza scarsa. "Nintendo non ce ne ha mandate proprio", dice lui. "Bah!", dico io, e resto lì fermo.
Il suo collega nel frattempo controlla la mia prenotazione e armeggia al computer. Il commesso senior continua a biascicare cose poco sensate sulla data della mia prenotazione, che il 23 c'erano, e che il 24 mi avrebbero dovuto avvisare che avrei dovuto attendere la seconda partita. Dopo l'incazzatura iniziale, mi calmo e guardo gli scaffali degli amiibo perché mi diano la forza. Qualcosa non quadra, e infatti, dopo altre frasi insensate arriva il twist di shymaliana memoria: "uh, ma tu la prenotazione l'hai fatta a gennaio, non a febbraio! Ah ah ah, le matte risate, eccoti lo Switch Neon".
Ma non erano terminati? La sensazione che in realtà avessero provato a rimandarmi a casa a bocca asciutta perché l'ultimo Switch Neon volevano darlo a qualcun altro era forte, visto che il commesso non aveva nemmeno controllato la data dello scontrino, mi ha visto e mi ha subito detto di fare dietrofront. Boh. Non contenti, i simpaticoni hanno anche tentato di convincermi a fare l'estensione di garanzia. "Quanto costa?", chiedo. "Quaranta euro", risponde lui. "Ah ah ah!", rispondo. "Ehvabbè ma se poi si rompe sei fregato eh". "Corro il rischio. Tanto la garanzia è due anni, no?" "Uno!" "Ah. Va bene lo stesso".
Pago e l'altro commesso mi allunga lo scontrino. "La garanzia è valida per due anni", dice. Saluto Gianni e Pinotto e torno a casa.