Autore Topic: [360][PC][PS3] Dead Space 3  (Letto 33490 volte)

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Offline Devil May Cry

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Re: [360][PC][PS3] Dead Space 3
« Risposta #285 il: 20 Ago 2013, 17:08 »
ma se è un gran gioco  :no:

giocali tutti wis, acquista coraggio e diventa uomo :yes:

Offline Cryu

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Re: [360][PC][PS3] Dead Space 3
« Risposta #286 il: 20 Ago 2013, 17:42 »
Gioca un capitolo del primo, poi uno del secondo, poi uno del terzo e via dal secondo del primo. Sarà come giocare Siren nello spazio con un casino di gameplay e tutine :yes:
"non e' neppure fan-art, e' uno screenshot di un gioco, ci sono mesi e mesi di sudore di artisti VS uno scatto con un filtro instagram sopra."
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Offline Wis

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Re: [360][PC][PS3] Dead Space 3
« Risposta #287 il: 20 Ago 2013, 22:51 »
:D

Potrei anche farlo, lo sai.
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Offline Wis

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Re: [360][PC][PS3] Dead Space 3
« Risposta #288 il: 21 Ago 2013, 00:26 »
Ok, avvio Dead Space, rimango FOLGORATO da uno zoom tipo mirino da cecchino che sembra onnipresente.
Provo a mettere 16:9 (ho un monitor 4:3) e va già meglio, in pratica i 4:3 sono una versione zoomata e tagliata ai lati della 16:9, una roba inguardabili.
Metto 16:9, dicevo, ma il FOV mi risulta fastidioso lo stesso. Vado un po' avanti, dopo l'introduzione trovo l'arma.
Decido di vedere se c'è una soluzione aummagumma per quel FOV. Esco.
Scarico un programma, setto un FOV umano.
Riavvio Dead Space. Non ha salvato una seppia. Ah, benone, mi ricucco la presentazione. Arrivo alla parte giocata. Boh, mi sembra uguale, ah! Che scemo, c'era da schiacciare la hotkey per l'applicazione del FOV custom!
Premo e il gioco crasha.
Ok, me lo giocherò in modalità tunnel dell'amore, ma vedermi per la terza volta l'arrivo alla Ishimura e la fughetta sull'ascensore per questa sera non è cosa.
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Offline The Metaller

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Re: [360][PC][PS3] Dead Space 3
« Risposta #289 il: 21 Ago 2013, 00:46 »
Appena si concluderà la mia odissea witcheriana osteggiata da caldo, febbre e diarrea mi tuffo sulla Ishimura che son anni che dico che devo iniziare sto brand  :yes:
Spoiler (click to show/hide)
PC: AMD Ryzen 7 3700x, GeForce RTX 3070, 16 GB RAM.
Console: PS5, Nintendo Switch

Offline Cryu

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Re: [360][PC][PS3] Dead Space 3
« Risposta #290 il: 21 Ago 2013, 00:51 »
Finito. Massacrante. Munizioni a strafottere per tutto il gioco, e poi alla fine ti ritrovi contro un gregge di Godzilla armato di due pani e quattro pesci.
Con pregi e difetti di questo gioco si potrebbe riempire un'enciclopedia. Ma ciò che davvero mi disturba il sonno è come sia possibile che un personaggio del genere abbia passato tutte le approvazioni come villain principale di un horror AAA piuttosto che come pedofilo di una subquest di Saints Row:

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Offline Floyd

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Re: [360][PC][PS3] Dead Space 3
« Risposta #291 il: 21 Ago 2013, 01:22 »
Ok, avvio Dead Space, rimango FOLGORATO da uno zoom tipo mirino da cecchino che sembra onnipresente.
Provo a mettere 16:9 (ho un monitor 4:3) e va già meglio, in pratica i 4:3 sono una versione zoomata e tagliata ai lati della 16:9, una roba inguardabili.
Metto 16:9, dicevo, ma il FOV mi risulta fastidioso lo stesso. Vado un po' avanti, dopo l'introduzione trovo l'arma.
Decido di vedere se c'è una soluzione aummagumma per quel FOV. Esco.
Scarico un programma, setto un FOV umano.
Riavvio Dead Space. Non ha salvato una seppia. Ah, benone, mi ricucco la presentazione. Arrivo alla parte giocata. Boh, mi sembra uguale, ah! Che scemo, c'era da schiacciare la hotkey per l'applicazione del FOV custom!
Premo e il gioco crasha.
Ok, me lo giocherò in modalità tunnel dell'amore, ma vedermi per la terza volta l'arrivo alla Ishimura e la fughetta sull'ascensore per questa sera non è cosa.

aspetta di arrivare al primo "puzzle", poi lo molli definitivamente

Offline Cryu

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Re: [360][PC][PS3] Dead Space 3
« Risposta #292 il: 23 Ago 2013, 10:48 »
Sto rigiocando DS2. Impressione iniziale di grande rifinitura (i volti sono meglio che in DS3) e maggiore coesione generale rispetto a DS3. Ma esaurito il prologo, il level design di tutta la prima parte è un pasticcio. Si continua a prendere ascensori avanti e indietro secondo traiettorie schizofreniche da ufficio ASL, senza mai una visione di insieme del luogo o un vivo senso di progressione. Se nel complesso è il DS con meno difetti, gli altri due hanno pregi diversi per cui a seconda delle inclinazioni si può sensatamente preferire l'uno o l'altro.
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Offline Cryu

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Re: [360][PC][PS3] Dead Space 3
« Risposta #293 il: 02 Set 2013, 15:59 »
Ho appena finito il NG+ di Dead Space 2 a Fanatico senza comprare neanche una munizione :yes:
Ho comprato solo nodi e tutine. Alla fine ero Ironman che tirava giù le querce col plasma base.
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Offline Il Gladiatore

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Re: [360][PC][PS3] Dead Space 3
« Risposta #294 il: 01 Nov 2013, 16:46 »
Alla terza reiterazione della saga ufficiale DS offre di fatto l’approccio migliore al franchise. Se il primo DS può vantare tutti i vantaggi dell’esordio a cui si perdona molto, già il secondo DS ampliava il concetto di racconto in differita a mezzo di ricostruzione intuitiva da parte del giocatore. Un consiglio: leggetevi Dead Space Martyr, il prologo terrestre a ogni vicenda che riguardi DS. Molte delle immagini che si vendono nel corso del gioco possono essere correttamente interpretate solo dopo aver letto questo interessante romanzo-prequel.

In fondo il fascino di DS e la sua cifra stilistica consistono proprio nella capacità contemplativa dello spazio-gioco, un aspetto che nel gioco Visceral rappresenta circa la metà del valore intrinseco del titolo. E’ tutto un gioco di rimandi e citazioni all’interno della follia del culto unitologista e le conseguenze materiali della sua disumanità da ricavarsi attraverso l’irruzione nella vita corrente. Si possono passare ore ad ascoltare lamenti e pianti, a leggere sulle pareti messaggi che rimandano all’inconsapevole martire di questa religione, Michael Altman, la cui genesi somiglia molto a quella dei culti organizzati. Il filo logico che lega menzogna-forma liturgica e orrore fattuale punta il dito sul proprio della religione in sé, capace di sedimentare nel tempo il pervertimento dell’origine dei suoi assunti. Il simbolo è ricorrente in DS, soprattutto nel secondo episodio, l’essenziale nella religione che si esprime attraverso una concatenazione di simboli che portano il giocatore a relazionare follia e ritualità.

C’è poco da fare, per “giocare” a DS bisogna osservare parecchio, è un genere narrativo che è nato coi survival e fa gruppo a sé. DS3 sposta l’attenzione dal disumanamente smembrato (la realtà quotidiana di DS2 violata nelle vicende della stazione Titan) all’apocalittica aliena di stampo plotiniano, in cui “l’Uno” e i “Molti” letteralmente convergono allargando di fatto il respiro cosmico della vicenda e introducendo l’elemento archeologico. Tau Volantis è il luogo dove l’orrore è sempre visibile allo sguardo perso a scrutare skyline e nembi incendiati dal tramonto alieno, semplicemente il giocatore non può ancora sapere. Un altro passo avanti rispetto alle normalità violata del secondo episodio e all’imponderabile che fa da sfondo all’episodio originale.

Qui ci troviamo nel territorio del sacro disumanizzato: i documenti e gli artefatti unitologisti rivelano la forte impronta data dalla Convergenza ossia “principio universale unico, dinamico e intelligente che regge e guida il mondo e le creature di carne". Ma come capita all’uomo alle prese con poteri ignoti e transumani ogni manifestazione improvvisa e straordinaria di potenza è motivo di morte e di fatto la sua stessa origine, per cui l’Universo è pieno di Dèi o Divino, o anche, se si vuole, di un unico Dio-Corpo. A condizione però di considerare questo “Dio Unico” come una forza diffusa che si esprime in una moltitudine di simboli disorganici. Inseriti nella coscienza dell’umanità quindi essere uomo significa essere intrinsecamente schiavo, simbolo, culto e carne da offrire. Il terzo DS è di fatto ascensione verso il cuore stesso del senso del sacro: una forza che pervade l’uomo distruggendone la singolarità e lo trasforma in un Assoluto Impersonale. Un mysterium tremendum et fascinans, distrugge mentre ammalia.

In questo senso lo “spazio morto” è la conseguenza diretta di ciò che lascia la terribilità una volta che consuma il materiale di cui si alimenta. L’elemento uranico del pianeta ghiacciato viene associato alla trascendenza, poiché le zone sideree presentano determinazioni tipiche della deità: altezza, inaccessibilità, morte, stasi, trapasso la totale alterità rispetto allo spazio corrente. Il collegamento a stati particolari dell’esperienza umana confluisce nelle visioni di Isaac: estasi, sogno, visione, il volo magico, l’ascensione, la chiaroveggenza, la conoscenza del mondo spirituale come veicolo di catarsi. Quella totalità dell’Essere attingibile attraverso il percorso di ricerca e l’annullamento dell’essere circoscritto nella propria particolarità.

Avendo ben chiaro l’esito (parziale) della vicenda si comprende come il significato ultimo del Marchio non potrà mai essere esaustivamente spiegato dall’analisi scientifica condotta con l’applicazione dei metodi della storia, della psicologia, dell’etnologia e in ultimo della vicenda personale di Clarke, analisi pur sostanziali e irrinunciabili. Resterà sempre in esso un residuo irriducibile alla spiegazione, un non so che di originario che forse ci rivela il vero luogo, il vero posto dell’uomo nel cosmo, ossia il mistero terrificante celato dietro alla Convergenza.

Si parlava di uno spazio-gioco narrativo, è il caso di tornarci su. La tanto vituperata parte iniziale secondo me è proprio ben fatta, uno spaccato d’inferno sottovuoto e afono che in termini di esecuzione ha pochi precedenti nella storia del videogioco. La prima passeggiata nel vuoto profondo viene accolta con terrore e ansia, lanciarsi a gravità zero all’interno di un magazzino abbandonato è una cosa, avventurarsi nell’immensità un’altra…Detriti, curvatura dell’orizzonte, mancanza di punti di riferimento. Un ottimo step che scardina il piano illusorio della deambulazione classica e mostra in un secondo la bontà e la versatilità del motore grafico.

Successivamente, gli sforzi profusi per rimanere coerenti a quello che ci si aspetterebbe all’interno di strutture  in un pianeta gelato hanno dello sconvolgente e testimoniano valori produttivi, di gusto e di verosimiglianza che hanno dello sbalorditivo visto l’altissimo risultato raggiunto. Non esiste un corridoio uguale ad un altro, una paratia che denunci uno sfruttamento intensivo e monotematico della stessa texture, tutto quello che è logico e naturale aspettarsi da un buon racconto di fantascienza trova posizionamento consono lungo i ponti e i livelli delle astronavi in orbita e nella superficie ghiacciata di Tau Volantis. Sale di proiezione, condotti di ventilazione, navette di raccordo, sala di controllo ampia e dominante, sito archeologico, padiglioni logistici: l’orrore sta nel rende il consueto mortale e il giocatore sa bene che tutto ciò che è stato concepito per altre mansioni può essere fonte di malvagità e pericolo. L’alta densità poligonale permette di scolpire luoghi ampi e dettagliati, volte gigantesche illuminate dai led, volumetrizzate da nebbia e oscurità, rese terribile dalla luce ondivaga di allarmi di sicurezza e neon sbiaditi, il colpo d’occhio coglie il piccolo oggetto e il grande ambiente quali realtà preesistenti alla visita del proprio alter ego. Fuori la neve imperversa sbiadita dal fulgore di un sole morto e di una luna morta e morente. Un luogo di traspasso in cui il concetto di dentro e fuori, aria e vuoto, sicurezza e pericolo vengono ben scanditi e offerti in tutta la loro estrema conseguenza.

La maturità di DS3 non è specchiatamente ludica però. Dagli esordi il focus è sempre stato quello di una ripulitura ragionata degli ambienti di gioco con la fluttuazione della controllabilità delle ondate nemiche. In fondo si gioca sempre nello stesso modo, con poche novità, si va dalla gestione del panico alla ricerca di safe spot utili alla negoziazione coi nemici fino alla configurazione più funzionale di armi e risorse. In questo senso è un gioco cresciuto assai poco negli anni, innestato nel solco residenteviliano dell’inquadratura ravvicinata in chiave ansiogena. Il gameplay si poggia sulle solide basi dei predecessori, la mira coercitiva ad arti e protuberanze rimane un punto di orgoglio per la serie. L’introduzione di nemici umani da combattere come uno spara muretti  qualsiasi è detestabile in senso assoluto (i dettami dell’industria) ma non dispiace in senso relativo, visto che differenzia un po’ l’approccio. Convincente anche la reattività delle creature, tra movimenti sincopati, scatti repentini, attacchi differenziati e imprevedibilità trasformano tutto in un circo cremisi fatto di carne martoriata, budella, denti, arti affilati contribuendo a quel senso di malessere da survival horror in cui il divertimento consiste proprio nell’occuparsi del proprio panico in pochi secondi. Al livello Normale il gioco non si esprime al meglio, ci si può abbandonare allo spreco indiscriminato di risorse e proiettili. Consiglio almeno il livello Difficile, il solo modo per far venire fuori l’estrema bontà del sistema di crafting delle armi, troppo sottovalutato per me visto che è di una versatilità estrema.

Insomma, cosa dire? DS3 è il coronamento di uno dei franchise migliori di questa generazione, un titolo denso e divertente che adesso può aspirare a un destino più ambizioso. Vendite permettendo…
La paura è di passare per non esperti, di non comprendere il medium che si sta evolvendo etc. (...) è figlio dell'immotivato senso di inferiorità che spinge il videogiocatore alla spasmodica ricerca di qualcosa che giustifichi il videogioco come se il gameplay da solo non bastasse più." (Fulgenzio)

Offline lezard valeth

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Re: [360][PC][PS3] Dead Space 3
« Risposta #295 il: 01 Nov 2013, 17:07 »
Bell'analisi che mi trova perfettamente d'accordo.

Purtroppo non farà smuovere di una virgola i detrattori di DS3, che ne hanno inconsciamente decretato la mediocrità dopo le prime news, per poi magari giocarselo a normal e lamentarsi per l'assenza di tensione e l'estrema facilità  :baby:

Offline Wis

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Re: [360][PC][PS3] Dead Space 3
« Risposta #296 il: 01 Nov 2013, 19:32 »
Me l'aveva detto, Cryu, che l'unico difetto del gioco è Elton John con il moncler.
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Offline BombAtomicA

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Re: [360][PC][PS3] Dead Space 3
« Risposta #297 il: 01 Nov 2013, 20:26 »
Oh che bello, finalmente qualcun'altro che apprezza sto' gioco, pensavo ormai piacesse solo a me.
E comunque il segreto è la bench, createle armi giuste diventa abbastanza una passeggiata.
"Ice Cream!"

Offline Il Gladiatore

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Re: [360][PC][PS3] Dead Space 3
« Risposta #298 il: 01 Nov 2013, 20:35 »
Ma perché, è disprezzato/non compreso? A me pare il vero seguito di DS1 là dove il secondo episodio spingeva molto sull'elemento narrativo ma pigiava un po' sullo stesso tasto. Questo è più apocalittico, grande, coinvolgente e "spesso" dal punto di vista delle cose da fare.

Wis, quel personaggio è terribile. A me ricorda Giovanardi con la tinta ai capelli!  :)
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Offline lezard valeth

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Re: [360][PC][PS3] Dead Space 3
« Risposta #299 il: 01 Nov 2013, 21:06 »
Ma perché, è disprezzato/non compreso?
La critica più comune è non fa paura/non è più un survival horror/è diventato uno shooter a tutto tondo.

Probabilmente chi lamenta questi difetti ha un ricordo molto confuso di DS1 (per non parlare di DS2).