230 ore dopo, una run a Difficile, una a New Game + e Speed Run. L’isola di Nerabisso espugnata e platino come conseguenza fisiologica.
Insomma, 6 anni di arroganza prepotente e grazie Capcom per aver ripresentato questo titolo. A ragione appunto, visto che per divertimento, interesse e visione generale si pone come valida alternativa arcade e muscolare al filone dei Souls.
Nulla da aggiungere a quanto detto nelle precedenti pagine sul gameplay, quindi non mi ripeterò. Un paio di cose però…
Sul piano della resa di fogliame, alberi e boschi questo gioco surclassa qualsiasi cosa venuta prima di lui e dopo di lui. Mai vista una tale varietà di rappresentazione computazione di piante di diverso tipo. Il bosco della strega è nero e intricato come nella migliore tradizione Disney, mentre i lecci e pini ululano al vento, piegandosi. E tante altre diversificazioni.
E le creature, i mostri. Con il benestare di Monster Hunter World che ancora ignoro, il bestiario di questo gioco è inarrivabile. Non esiste nulla di più galvanizzante della musica epica che parte all’arrivo del grifone, un mostro di grazia che plana beccheggiando e impatta sul terreno come un tuono. Il commento atterrito delle pedine, il verso stridente della creatura, l’esplosione degli incantesimi, il piumaggio che prende fuoco, il combattimento, l’estasi, la bellezza. Unico, niente di paragonabile.
E niente, questo è il Fantasy e Capcom ci ha regalato una pietra miliare.