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Ad alimentare questo clima erano state le polemiche sollevate dalla inclusione di Baglioni nel cast come voce dell’ Italia per un concerto dalle forti tinte politiche e dall’ indiscutibile impegno civile. Perché proprio Baglioni? Si erano chiesti in molti. Quali titoli e quali precedenti può vantare? E così quando l’ autore di Piccolo grande amore è apparso sulla scena, dopo l’ intervallo seguito all’ esibizione di Youssou N’ Dour, è stato accolto da una bordata di fischi. Mentre volavano sul palco ortaggi e migliaia di mani si levavano in alto con tutte le dita piegate a pugno tranne il medio. Poi, quando un Baglioni, pallido come uno straccio, si è un po’ sciolto sul terreno a lui congeniale della melodica Strada facendo almeno una parte del pubblico ha mostrato meno ostilità. Si sono creati due fronti tranquillamente contrapposti, impegnati ad applaudire e a fischiare. Ma ormai la situazione era irrimediabilmente compromessa e il povero Baglioni, così malamente giocato da chi incautamente aveva spinto per avventurarlo in questo tipo di concerto, ha dovuto a tratti disertare la scena per sottrarsi alle intemperanze di un pubblico che non gli ha perdonato un atto di tardivo coraggio forse non del tutto disinteressato. E quando ha concluso con Ninna nanna e altri motivi non ha neppure avuto il privilegio di farsi applaudire dai vip arrivati allo stadio intorno alle 20. Con parsimonia, forse meno del previsto, con delusione dei cronisti mondani. A quel punto la serata è entrata nel vivo con Tracy Chapman