Oh, Seppia, è molto bello. Scritto bene, con coerenza e metizia. Tra l'altro, nonostante io sia la persona più lontana dal metal e più vicina a un comunista che tu possa immaginare, sono d'accordo con ogni singolo post. Anche su quello del tuo misterioso collaboratore (...) quando non parla di tauromachia.
Perché un confronto genuino e non pilotato con la morte e la violenza è una delle cose che mancano alla nostra società, ma piantare le banderillas sulla schiena di un toro e poi finirlo a sciabolate è veramente idiota. Tra l'altro, la bassa percentuale di morti umane nella corrida mi fa credere che non debba essere questa grande impresa. Molto meglio i masai o chi per loro, che eleggevano a capo tribù solo chi fosse riuscito ad afferrare un leone per la coda.
Sulle donne, invece. Vedete a volte le chiacchiere come ci riempiono il cervello. Pare assodato che le donne vogliano lavorare per affermarsi o per realizzarsi, e mi pare ottimo che una donna possa diventare medico, giudice, manager o chissà che. La vera verità, però, è che la maggior parte delle donne che lavorano fanno un lavoro di merda (come del resto i loro mariti) tipo pulire le scale, fare la commessa o la magazziniera all'Ipercoop, la bidella a scuola o l'operaia in fabbrica, massacrandosi per ore tutti i giorni e tornando a casa, la sera, a sbrigare altre faccende.
La vera verità è che oggi, al di là di Studio Aperto, la maggior parte delle donne ci metterebbe un bel firmone a stare a casa, col marito che gli infila in tasca 2.000 euro al mese. Come del resto farei io, se avessi chi mi sovvenziona.
Ti fanno passare come una conquista quella che invece è una tragica necessità.