MicMacs à tire-larigot : Altro giro, altra favola. 5 anni dopo il toccante Una lunga domenica di passioni, Jean Pierre Jeunet torna a soprendere con un film...alla Jeunet. Stavolta, iniziando con uno degli incipit più spettacolari , creativi e meglio girati degli ultimi anni, si racconta la storia di Bazil, un uomo che ha perso da bambino il padre per lo scoppio di una mina e che vive con una pallottola in testa, per essersi trovato "nel posto sbagliato al momento sbagliato". Perso il posto di lavoro, Bazil si ritrova a vivere d'espedienti, finchè non viene accolto da una assurda e simpaticamente folle comunità di emarginati, freaks e losers che vive in una discarica, dove ha creato un mondo "altro" rispetto a quello normale. Un giorno Bazil s'imbatte nei dirigenti di due fabbriche d'armi rivali e decide, assieme ai suoi nuovi amici, di consumare la sua vendetta. Folle e visionario sono aggettivi usati spesso ma che calzano alla perfezione per descrivere MicMacs e che, a ben vedere, descrivono alla perfezione quasi tutto il cinema di Jeunet. Stavolta però c'è una sostanziale novità: il plot. Concreto, tangibile, lineare, comprensibile, appassionante, privo di svolazzi autoriali ed eccessive concessioni all'onirico e al surreale (per quello, ci pensa la messa in scena). Un ingranaggio che funziona alla perfezione, sempre in bilico tra grottesco e commedia, tra Buster Keaton e Chaplin, proprio come quelli che si ammirano nel mondo di cianfrusaglie in cui vivono i personaggi. Il lavoro di cesello su questi ultimi poi, dà vita a figure amabili e curiose, perfette per porsi al centro delle gag di cui il film è infarcito. L'antimilitarismo, insomma, non è mai stato così divertente. Da vedere (in Italia, ROTFL, esce a gennaio 2011...)