Io sono quello ottimista invece, o quasi. La strada che sembrano imboccare è quella della base a poco prezzo più extra a parte. In questo momento, volente o nolente, sto pagando anche tutte le modalità online che non intendo giiocare neanche da lontano per esempio. Ma anche tutte le auto che non voglio usare in ridge racer o i personaggi che prendono la polvere in soul calibur o le missioni extra di Sonic Generations o la modalità Luigi in Mario Galaxy ecc ecc.
Probabilmente con la nuova formula il videogioco completo arriverà a costare di più, ma se ognuno si limitasse a comprare solo quello di cui ha bisogno (senza la smania di collezionismo si intende, quella son cazzi suoi) son quasi sicuro che il suo portafogli ne trarrà solo benefici.
C'è però un bug nel tuo ottimismo: al momento segnali che la base te la rifilino a poco prezzo non ce ne sono.
Ti vendono un pacchetto base che costa 60-70 bombe, più varia altra roba.
Il digital delivery è un mezzo, uno strumento neutro, poi sta ovviamente all'uso che se ne fa.
E i segnali che sto vedendo io nel mercato mainstream sono preoccupanti.
Nella scorsa generazione pagavi qualche mappetta o pista/auto in qualche gioco.
In questa siamo partiti così per praticamente tutti i giochi, tant'è che piuttosto presto ha cominciato a 'fare notizia' la distribuzione di qualcosa aggratis.
Poi i cavallini di Oblivion.
Poi la quest.
Poi il finale vero.
Poi l'online/offline pass.
Poi i costumini alternativi nei BEU.
Poi tanta altra roba che ora non mi viene in mente ma, insomma, se ce la mettiamo ad elencare escono esempi della qualsiasi.
Poi praticamente qualsivoglia tipo di contenuto che può venire in mente al reparto marketing per quale che sia il genere di gioco che viene messo in vendita.
Siamo arrivati quasi al punto in cui 'fa notizia' che un gioco non abbia DLC al lancio o al lancio non ci sia stato ancora l'annuncio di un DLC plan.
Siamo in una generazione in cui la distribuzione digitale è ancora marginale, dato che il grosso della fruizione dei videogiochi è incentrato sul disco, eppure sono state già sperimentate diverse soluzioni che ne stanno rendendo progressivamente modulare e 'indeterminato' il contenuto. Robe che tre o quattro anni prima se te lo dicevano ridevi o pensavi a un romanzo di Dick, ma che hanno finito per imporsi come consuetudine, realtà affermate con cui tocca convivere, che hanno ridefinito pian piano le nostre abitudini, la nostra percezione, il loro nostro concetto di diritto di consumatori.
Il tutto in un trend generale che sembra portato a testare progressivamente la soglia di tolleranza del pubblico, per vedere fino a dove si può grattare, a che punto ci si può spingere, affermando perlopiù condizioni a favore del venditore.
Parlo ovviamente del mercato console, che è la grossissima fetta, quello dove succedono cose e si stabiliscono i trend forti, naturalmente, non di quello PC/indie.
Un futuro in digital delivery che calzi il più possibile attorno alle effettive esigenze di ciascuno di noi?
Figata, ci metterei subito la firma.
Però io da 'sta gente non me lo riesco ad aspettare.