Parte integrante dell'esperienza consiste nel capire cosa vogliamo dalla relazione con l'altro, se e quanto siamo disposti ad accettarne gli approcci diversi dai nostri. E, in caso di risposta negativa, ci viene data la possibilità di perdere qualcuno e trovare qualcun altro, quante volte vogliamo.
Un'opportunità che però, per essere colta, va saggiata con calma, senza fretta e aut-aut di sorta.
Oppure, semplicemente, Journey può insegnarci che siamo persone radicali, rapide nel decretare "o subito come dico io, o viaggio da solo". E anche questo mi pare un interessante risultato ^__^