Eh ho capito, ma in mezzo ai giochi mediocri ci ficcano i capolavori. Prova a immaginare un Super Meat Boy mainstream. Non possono farlo, semplicemente perché non è una roba alla portata della massa, quindi non possono investirci tanti soldi. Un gioco del genere possono farlo solo gli sviluppatori indipendenti. Non è che in Capcom o in Activision non ci sia gente in grado di sviluppare giochi veramente belli, è che non *possono* commercialmente parlando perché sarebbe un suicidio, come non possono ad esempio sviluppare un picchiaduro all'altezza di SF III, e infatti sono 4 anni che ci becchiamo picchiaduro 2D MONGHI dumbizzati per la massa per vendere più copie. E' così, in genere più soldi investono, più il gioco deve fare schifo. Ma lo sanno pure loro che fanno giochi di merda, mica sono scemi, ma non possono fare altrimenti visti gli spropositati costi di sviluppo dei titoli mainstream. Hai visto che fine ha fatto Ueda?
Sui picchia-picchia 2D non mi pronuncio, non frequentando il genere, ma mi pare che ad esempio un
SFIV abbia abbondantemente soddisfatto la maggior parte dell'utenza hardcore. Non è un 2D, ma rimane un ottimo picchiaduro.
Comunque io non ce l'ho contro gli sviluppatori indies, sia chiaro. Semplicemente rifiuto l'assioma che vuole i titoli "mainstream" essere a prescindere delle ciofeche. Mainstream tra virgolette ovviamente. Sono più mainstream
Okami o
God Hand della stessa Capcom oppure
Super Meat Boy che è ormai un fenomeno culturale (almeno tra i gamers) e ha venduto più di un milione di copie?
Ripeto, non vedo il motivo di una contrapposizione così netta. E' indubbio che nell'industria nel suo complesso escano ogni santo giorno delle immani schifezze che ripropongono scialbamente gli stessi due-tre concepts, ad nauseam, ma ciò non toglie che ci siano là fuori anche dei capolavori con i controhazzi da ogni punto di vista.
Quanto a Ueda, mi sembra prematuro analizzare i motivi della sua improvvisa svolta visto che obiettivamente nessuno di noi li conosce. Che però abbia potuto godere della massima fiducia nel fare
Shadow of the Colossus dopo il flop commerciale di
Ico è rincuorante. Sony sicuramente non lo faceva per amore dell'arte, e probabilmente era un modo come un altro per fare catalogo, ma ben venga. E non è certo l'unico esempio.
Insomma, mi si permetta di essere schifosamente ecumenico e di dire viva la varietà.