Sul discorso Journey/Gameplay la penso abbastanza come Wis. Dal mio punto di vista si può equiparare il titolo ad una specie di sandbox (e la definizione calza doppiamente). Ti offre una serie di azioni effettuabili, un ambiente nel quale metterli in pratica e dei meccanismi che reagiscono ai nostri input con effetti diversi. Wis faceva l'esempio del scivolare sulla sabbia, ed in effetti il livello del deserto è in tal senso emblematico. Che si tratti di scivolare lungo le dune o cercare di sfruttare la propria abilità o la compagnia di un compagno per volare il più a lungo possibile, sono meccanismi di gameplay, alcuni dei quali per nulla banali. Ad esempio sfruttare il principio secondo il quale il canto ricarica la sciarpa del compagno per volare in tandem per altezze siderali è qualcosa che non tutti riescono a fare e che procaccia reale piacere videoludico in chiunque sia sensibile al fascino della cosa.
Si può naturalmente obiettare che ciò non ha nessuna importanza nell'economia complessiva del gioco e non serve sostanzialmente a nulla, ma se ad ogni gioco togliessimo qualsiasi cosa non sia funzionale all'obiettivo principale del gioco, rimarrebbe poco.
Discorso giochi che si vergognano di essere giochi e rinnegano la propria natura nella foga di essere artistici. Personalmente è un discorso che non ho mai capito.
Appurato che Journey è un videogioco, perchè non dovrebbe tentare qualcosa di non dico diverso, ma almeno peculiare? Anche nel cinema convivono pacificamente film diametralmente diversi; Dal filmone d'azione o catastrofico, il fantastico, il realismo magico, il thriller, film sentimentali, cinema d'essai, film esperimentali. Perché in tale ottica anche nel videogioco non dovremmo avere giochi con ambizioni diverse, realizzati in maniera da sfruttare il medium in maniera diversa? Non limito il discorso a Journey, ma perchè dire che si vergogna di essere un videogioco? Semplicemente lo declina in maniera diversa. In quale altro modo lo si sarebbe potuto realizzare? Aggiungendovi complesse sequenze platform, un indicatore della vita, multiplayer competitivo? E' un'opzione viabile, ma se il creatore pensa che ciò non rispecchi la sua visione perchè dovrebbe metterlo in atto?
Ho l'impressione che nel videogioco sussista un certo timore o rigetto dell'autorialità. E anche dell'artisticità stessa. Sostanzialmente, perchè un videogioco non dovrebbe puntare esplicitamente ad essere artistico senza essere bollato di pretenziosità? Poi ognuno lo valuterà, ma senza per questo giudicare l'intenzione. E questo che si tratti di produzioni mainstream o indies.