Leggo un email che mi ha inoltrato un amico...
Cara Anna, Cari amici di Anna, Cari alcuni miei amici,
mi sento obbligato (data la mia professione: economista) di distutbarvi e scrivervi riguardo ai tagli che il nostro governo si avvia a fare.
Quello che mi preoccupa e' quanto segue:
1) il debito pubblico Italiano e' circa il 110% del GDP. E' un segnale grave (peraltro non nuovo) senza ombra di dubbio. Ma cosa segnala esattamente? Questo e' difficile da dirsi perche' i deficits sono definiti in modo arbitraio e non sono invarianti alle definizioni che i governi ne danno. Quindi il debito che e' la loro somma e' altrettanto arbitraria.
Occorre quindi definire il problema delle di spese di governo e delle tasse in un ottica rigorosa. In economia questa si chiama "generational accounting". In breve quando si pensa a spese ed entrate ( come fanno le famiglie) anche il governo deve pensare al presente e al futuro. Chi prende a prestito? chi paga? quando si prende a prestito? quando si rimborsa ? in altri termini: bisogna specifiare quale generazione paga e come puo' sostenere il rimborso.
Inoltre data la ridistribuzione per eta' attraverso le regioni quali aree ripagheranno il debito ? quali ne traranno proto?
Oltre all'aspetto strategico di medio-lungo periodo considerate l' aspetto ciclico. Ad esempio: un taglio delle imposte oggi ( anche non grosso). In un paese con popolazione relativamente vecchia e quindi propensa a risparmiare meno ( guardate come la propensione al risparmio e' variata in Italia negli ultimi 30 anni con la variazione della struttura demografica per eta') tale taglio favorira' un aumento dei consumi correnti che avra' un effetto pro-ciclico piu' efficace che nel caso di popolazione reltivamente giovane.
2) occore anche tenere conto di quali settori ne trarranno profitto ? quali spese hanno produttivita' zero (o addirittura negativa) e quindi vanno tagliate ? quali settori invece sostengono la produttivita' del paese ( sostenendo la formazione di Capitale fisico e soprattutto umano) e vanno sostenute ? ridurre le spese e gli stipendi di uffici postali, di ministeri, di certi uffici pubblici ( incluso il taglio numero del numero di senatori e parlamentari Italiani e Europei,tagli dei loro stiipendi e dei relativi benefits) sovraoccupati non credo rechi alcun danno alla produtivita' del paese.
3) i tagli dovranno esserci (anche in un ottica di generational accounting i tagli sono necessari: qui dovete prendermi sulla parola) e saranno duri, ma debbono essere mirati e deve essere chiaro chi debba essere colpito e chi benificiato. i tagli fiscali sono sembre redistributivi. C'e' sempre chi ne benificia e chi ne trae giovamento , e' nella natura della politica fiscale ed e' giusto che sia cosi. Il problema e' che i governi tendono a mascherare questo fatto per convenienza politica. Naturalmente i tagli andrebbero fatti per favorire il lato piu' produttivo del pese cosi' favorendo una piu' rapida crescita che poi nel medio-lungo periodo giovera' anche al lato meno produttivo ( che nel frattempo si spera abia inrapreso la via della "redenzione") . Quest'ultimo nel frattempo dovra' sopportare il maggior peso dei tagli. Ora il problema e' che buona parte della spesa pubblica Italiana e' clientelare e parassitaria. Colpire questa puo' arrecare un grave danno politico. Nessun governo italiano (di destra o di sinistra) ha mai avuto tale coraggio. Lo avra' il governo Berlusconi ? lo dubito profondamente. Quindi i tagli che avverranno saranno fatti ancora in nome della supremazia della politica e peggiorerenno la situazione ancora di piu'.
4) la cultura fiscale di Tremonti e' puramente tattica. pensa a manovre in termini di cash-flow corrente ( cioe' di quello che succede nel breve termine) ma non di un strategia a lungo termine (infatti Tremonti non e' un economista ).
Le tasse in Italia sono troppa alte. Le manovre anti-evasione alla Tremonti servono a poco se non sono accompagnate da un chiaro taglio delle imposte ( e anche in quale forma questo taglio avviene). Le imposte potranno essere tagliate solo se le spese ( sperando siano quelle giuste) verranno drasticamente tagliate. Tremonti dovrebbe prima tagliare le spese (posibilmete quele sterili), poi ridurre le imposte, poi introdurre manovre anti-evasione. Solo quando l'incentivo di imposte troppo alte sara' rimosso le persone saranno meno inclini a correre il rischio della punizione relativa all'evasione. Inoltre, per gli economisti inclusi in questo messaggio, ci dobbiamo ricordare che un "regime" di imposte piu' basso favorira' l'offerta di lavoro ( Presumo l'effeto di sostituzone sia piu' alto dell'effetto reddito anche in Italia. Presumo perche' non ho visto stime recenti di questi valori).
5) spero solo che Banca d'Italia possa avere un qualche influenza sulla gestione della riduzione del deficit. Conoscendo questo governo temo che purtroppo non sara' cosi' e Tremonti and co. faranno tutto da soli.
Vi sarei grato per la difffusione di queste mie preoccupazioni.
Sarei grato anche per commenti indipendentemente dal fatto che possano aumentare o diminuire la mia preoccupazione.
Ho naturalmente un alto interesse per segnalazioni di errori nella logica dei punti da me sollevati.
grazie, ciao,
gg
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> Gianluigi Pelloni
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> Professor of Economics
> Faculty of Economics-Rimini,
> Department of Economics,
> University of Bologna,
> Vià Angherà, 22 - Rimini (RN) 47900 -Italy