SaGa Frontier è un omaggio agli episodi per Gameboy, ma è un gioco spesso criptico e soprattutto incompleto (come molti SaGa, uno su tutti il primo Romancing che sino al remake su PS2 era un trionfo di bug).
SaGa Frontier 2 è un omaggio agli episodi SNES, e qui lo sviluppo è andato molto meglio, consegnandoci però un gioco dalle fasi finali di una difficoltà improponibile.
Sin dagli anni Novanta parliamo di una serie che è ai vertici per ambientazioni e sistemi di gioco (per me la lampadina è un'idea geniale), ma che richiedono perlomeno una FAQ o una guida completa per essere portati a termine. E mi riferisco alle imprescindibili guide giapponesi dello Studio Bent Stuff, che in pratica escono assieme al gioco. Unlimited SaGa è l'esempio più lampante: esce con un manuale d'istruzioni bello ciccioso e che tuttavia copre un terzo delle meccaniche di gioco.
Il problema di fondo è questo: Che te ne fai di un'esperienza di gioco profonda e affascinante, che invita ad esplorare e sperimentare, se poi nel 99,9% dei casi hai bisogno di una guida per finire?