Ho finito di vedere la seconda stagione di Boardwalk Empire.
Boardwalk Empire è borioso, lezioso, ampolloso, a tratti quasi irritante nel modo in cui il barocchismo formale senza compromessi scavalca la sostanza.
Non è e non vuole essere "catchy", "pop" e "viewer-friendly" neppure un decimo di quanto lo sia stato un Breaking Bad.
Selezione all'ingresso: fuori dai coglioni i modaioli, i teenagers nutellosi e gli improvvisati appassionati di video-narrativa! Fuori i pantofolai senza più pazienza e dedizione per roba di peso!
Boardwalk Empire esige tanto dallo spettatore restituendo apparentemente poco.
Dico apparentemente perchè alla lunga tutti i tasselli, tutte le scene apparentemente allunga-brodo, tutte le frasette e pennellate psicologiche seminate qua e là puntualmente convergono segnando una svolta significativa negli eventi o nell'evoluzione dei personaggi e restituendo quella sensazione di pancino pieno tipico del grande serial TV.
Breaking Bad è ormai il diffuso termine di paragone in fatto di evoluzione dei personaggi: a mio avviso il lavoro di scrittura portato avanti da Terence "i Soprano" Winter con figure poliedriche ed imprevedibili quali Van Alden, Margaret, Jimmy o lo stesso Nucky, sta lì lì, nell'olimpo.
Il fatto che sto lavoro di caratterizzazione sia inserito in una rete di eventi e rapporti causa-effetto complessa, stratificata, in cui nulla è lasciato al caso, coerente e a suo modo fatalista, compiace, e il fatto che questo avvenga senza comunque lesinare su "licenze" nella (magniloquente) ricostruzione storica o su figure estremamente stilizzate quali Richard Harrow, Chalky e Manny Horvitz è motivo di ulteriore plauso.
Se la penultima puntata della seconda stagione (2x11), nel suo essere una tragedia edipica in 50 minuti, è probabilmente l'apice qualitativo dell'intera serie (limitatamente alle 2 stagioni che ho visto, sia chiaro^^), il finale (2x12) è probabilmente l'emblema dell'elitarismo, della fierezza e del CORAGGIO che permea questa serie. Perchè per fare quella scelta nel finale di coraggio ce n'è voluto eccome.
Che virtù l'imprevedibilità.