METAL GEAR SOLID:PHILANTROPHY di Giacomo Talamini
C'è futuro per la fantascienza in Italia?
Fino a ieri la risposta a questa domanda sarebbe stata drammaticamente negativa. Da oggi però, un piccolo spiraglio di luce all'orizzonte c'è. Una luce fioca, tenue, certo, ma che si riesce ad intravedere anche da lontano. Philantrophy, progetto dalle mille anime e dalla realizzazione eufemisticamente problematica, arriva finalmente (gratis!) sugli schermi di tutti i Pc del mondo e centra in scioltezza il suo obiettivo principale:dimostrare che con molto talento e pochi soldi, si possono realizzare anche nel nostro decadente paese prodotti di intrattenimento più che dignitosi e, spesso, migliori di molte produzioni che sprecano malamente cifre esponenzialmente superiori. Il punto di forza del film sono, poco sorprendentemente, gli effetti speciali: sembra incredibile che, partendo da zero, si siano riuscite a costruire sequenze, immagini e sfondi così dettagliati e complessi. Le carrellate sulla sinistra struttura teatro della imponente sequenza finale, le esplosioni in background durante l'incipit ambientato nella foresta, i Metal Gear, sono, senza tema di smentita, realizzati con incredibile professionalità e permettono di immergersi completamente, in un' atmosfera familiare per i videogiocatori ma non indigesta per tutti gli altri spettatori. Uno dei grandi pregi di Philantropy è infatti la sua totale accessibilità: che si conosca o meno il personaggio, la visione resta comunuqe gradevole, visto che tutti gli archetipi delle produzioni avventurose/sci-fi, sono rispettati: c'è l'eroe integerrimo, la spalla scanzonata, la bella e fatale, l'arcinemico misterioso.
E i fan di Metal Gear? Internet è spesso un luogo cinico e cattivo, ma anche i più oltranzisti dovrebbero essere soddisfatti di un'opera che riesce mirabilmente a celebrare il mito dell'eroe senza macchia e senza paura e, allo stesso momento, a irriderlo bonariamente, con l'affetto che solo chi ama davvero un personaggio (dedicandogli cinque e passa anni della sua vita e del suo tempo libero) può fare. In questo senso convince di più il Talamini sceneggiatore che il Talamini regista:il primo dimostra non solo di padroneggiare con perizia la grammatica del cinema ma anche di avere un talento assoluto per i tempi comici (il film è molto divertente e gli "easter egg" finali fanno letteralmente sbellicare). Uno script che mischia Animal Crossing e Schopenauer non può che essere oggetto di lodi sperticate. C'è ancora strada da fare invece quanto alla regia dura & pura: dissolvenze troppo veloci, un paio di quei rallenty e zoom su dettagli (gli anfibi nella pozzanghera) che spesso rimproveriamo ai blockbuster americani, una direzione degli attori (discreti) ancora perfettibile. Il tempo c'è, ovviamente, e questi sono piccoli dettagli che non vanno ad intaccare una performance globale più che positiva ed in certi frangenti addirittura sorprendente. Epifanica in questo senso la lunga e avvincente sequenza conclusiva: considerando che G.I.Joe è costato 150 milioni di dollari e Philantrophy trentamila volte di meno, Sommers ha di che preoccuparsi per il suo futuro da regista.Che dire? Il primo passo è fatto e se il buongiorno si vede dal mattino, per i ragazzi di Hive Division si prospetta un futuro pieno di successo, pace e prosperità.A loro il compito di migliorarsi giorno dopo giorno.Intanto, complimenti a tutti.