Proprio per questo in quel servizio si "respira" l'aria di guerra, che non si respira ad es. in un servizio "distaccato" del TG1. La parte del ragazzino col mitra dura 1 minuto solamente. Il giornalista è dentro la guerra e interagisce con le persone, con le loro storie, il loro dolore, e coraggiosamente con la guerra in corso, senza dare giudizi, dimostrando che non è come un "film" della tv distaccato, ma che la realtà è più brutta dell'immaginazione. A me è piaciuto tantissimo.