Ma neanche una qualsiasi avventura grafica è divertente nelle "meccaniche" di gioco.^^
Punta e clicca, punta e clicca, punta e clicca.
Il fatto è che non è possibile separarle dal contesto in cui sono inserite, sia narrativo, che visivo, che sonoro, che concettuale.
In ogni caso, è proprio il termine "divertimento" che crea scompiglio in platea. A meno che non lo si consideri nel suo senso più puro, etimologico, di "distrazione / allontamento dal reale" (viene da divergere), e allora ogni gioco è giocoforza divertente. Che si rida, che si pianga, o che si rafforzino i glutei.
Ogni singolo giocatore troverà il "piacere" che cerca nelle diverse sensazioni che i videogiochi sono in grado di suscitare: il riflesso, la vertigine, la compatizione, l'estetica, il terrore, il relax.
E allora io la metterei cosà, per trovare un comune denominatore tra i prodotti(quasi) tutti, commerciali o meno, ovvero: c'è spazio per i videogiochi che non propongano alcuna sfida?
Ma forse anche questa domanda è fuorviante. Perché la sfida, se anche non è esplicita, è almeno intellettuale. Quello stesso genere di sfida che anche un libro è in grado di lanciare.