L'ho preso io in versione Asian.(credo che youtoo.it ne abbia una buona scorta).
Manuale corposo ma in coreano, poi un bugiardino in inglese che spiega le basi delle azioni eseguibili.
Il gioco ha una atmosfera molto particolare che riesce credo con efficacia a calare in un mondo alieno e straniante, un po' come mi accadde ai tempi per King's Field.
L'ho provato per curiosità e mi ha drogato, anche se successivamente ho deciso di lasciarlo fermo per dedicarmi a qualcosa di più facilmente negoziabile, Ninja Gaiden 2, il che è tutto dire.
Il gioco è ostico, e la mancanza di informazioni, compresa una guida su gamefaqs, rende il tutto più difficile da digerire considerando che è possibile fare errori pressocchè irreparabili che potrebbe indurre più di qualcuno a ricominciare da capo, con tanto di rifacimento del volto del personaggio(esatto, niente salvataggi un secondo prima il fattaccio).
Ci sono varie classi, ognuna con peculiarità, attacchi, controattacchi, armi speciali con tecniche speciali(la scherma, anche con pugnale, è molto sfiziosa) e un gioco di morte, espiazione e resurrezione molto intriganti, soprattutto nell'ottica di poter giocare online coinvolgendo altri giocatori per ricevere supporto fisico o anche solo consigli, disseminabili lungo il livello stesso come graffiti di saggezza...o di perculamento.
E' presente anche il player vs player, molto bastardo, e ad ogni morte si perdono le anime guadagnate, che sono da prendere come la moneta corrente nel gioco, ma recuperabili tornando sul luogo del delitto e toccando la chiazza di sangue lasciata.
Se però, per avidità o per goffaggine, si dovesse morire lungo il percorso, il numero di anime lasciate in precedenza verrà azzerato e si dovrà tornare sulla nuova chiazza, qualunque sia il numero di anime perse, mentre magari nel corso di questi viaggi il numero di erbe usate per curarsi si riduce, il filo delle armi pure, la resistenza dello scudo idem.
Il tutto mentre magari, per spirito di esplorazione, ti capita di imbatterti in un tizio che pare Quetzalcoatl in mezzo agli aztechi per potenza, e senza che nessuno, nemmeno una cutscene o un fischio, ti avvertano.
Da morti si finisce in una sorta di Limbo, il Nexus, l'unico posto dove stranamente nessuno vuole farti la pelle e dove è possibile incontrare personaggi capaci di vendere oggetti o insegnare incantesimi o semplicemente farci guadagnare livelli di esperienza(ma che ho sentito possano venire uccisi nel caso avessimo la malaugurata, e inconsapevole, idea di liberare un qualche altro strano personaggio, con l'unico indizio che si chiami "Il Boia"), e da lì si può accedere ad aree diverse dove riconquistarsi la vita mortale uccidendo un Demone, per poi tornare in vita, andare a caccia di un altro demone e sperare di non rifare la fine precedente.
Alla fine il rischio di sentirsi nudi, frustrati e vinti può essere forte, eppure non riesco a togliermi di dosso una sorta di serpeggiante disagio, una pulsione malata verso il ritorno su quelle lande così strane, governate da meccanismi oscuri ma che non possono che tirarti per i capelli verso di esse.
Questo gioco, per il poco che sono riuscito a vedere e comprendere, è come lo Slurm, conto di rimetterci le mani sopra al più presto per fornire ulteriori delucidazioni.