Tutte risposte ragionevoli. D'altra parte è necessario, per il bene di tutti, che il mondo del diritto faccia emergere le dissonanze che ci sono tra il comportamento del mercato e la normativa. Dobbiamo sicuramente abituarci ad un modo di beni che, in quanto digitali, non sono davvero nostri ma sono di fatto in prestito d'uso, però le aziende dovrebbero essere più trasparenti nell'evidenziare questo concetto, che è fondamentale ma viene normalmente annegato tra le mille altre cose elencate nelle condizioni contrattuali.
Se non posso né rivendere né prestare qualcosa ne consegue che tale cosa non è davvero mia, non in senso tradizionale. In questo senso trovo più trasparenti gli abbonamenti, che non giocano sull'ambiguità del bene digitale ma sono esplicitamente servizi.