Io devo essere sincero, a me cose come quella di oggi mettono addosso libbre e libbre di sconforto.
Capisco gli entusiasmi del momento, resto affabulato, mi sorprendo se Obama intacca nel giuramento, mi sento un fiero americano e tutto il resto. Ma a ripensarci mi sembrano tutte chiacchiere che se non sono paracule sono vuote. C'è crisi, c'è inquinamento, c'è la guerra in Iraq. E si sapeva. Poi, non c'è altro? Allora miglioriamo un po' tutto, noi sì. Allora ce la facciamo, ma forse no, nel caso c'abbiamo provato e comunque vorrei ricordare che c'è crisi. Allora citiamo sette o ottocento volte i nostri gloriosi predecessori, che scannavano i grizzly a morsi. Allora ringraziamo quello e quell'altro, che fa molto talk show e i più si sentono a casa. Allora noi americani siamo veramente ganzi perché siamo multiculturali, liberi e c'abbiamo Aretha Franklin. Allora Dio vi benedica, che male di sicuro non fa.
Bah. Davvero, non mi sembra molto diverso dall'adorare una statuetta di rame per far sì che piova il giusto.
Sarà l'ora tarda.