Allora, tento di non essere offensivo - non lo volevo essere neanche prima, e mi scuso se lo sono stato-, e di essere il più chiaro possibile nell'esprimere la mia idea.
La fame è sempre esistita, così come gli alti tassi di mortalità. Oggi sembra intollerabile perché noi viviamo meglio e i parametri sono cambiati.
Prima tutti stavano male. Oggi la metà sta male. La ricchezza, prima, non era meglio distribuita. Se un 1% della popolazione (gli aristocratici) era composto di straricchi e il 99% con le pezze al culo non si può dire ci fosse meno ingiustizia solo perché tutti puzzavano di fame allo stesso modo.
Però da abitanti della metà del mondo che non ha fame, non posso lamentarmi di questo mondo. Non posso, perché sono stato fortunato. Posso tentare di migliorare le cose, ma non posso dire "tutto fa schifo" con la pancia piena.
La cosa che trovo odiosa è questa: ci scandalizziamo per cose minuscole, minime, e scegliamo di non vedere che il nostro modo di vivere è compromesso, è corrotto alla base, ed è tale semplicemente perché così è l'uomo.
Ancora peggio: chi sceglie di vedere che il nostro modo di vivere è compromesso ha sensi di colpa, blatera "l'occidente merita di sparire", "spero che i cinesi diventino tutti ricchi e ci riducano in miseria". Come se altri popoli fossero intrinsecamente migliori. Come se i grandi ideali fossero eterni e veri. La giustizia, in senso assoluto, non esiste. Non mi serve a niente sentirmi in colpa per la fame in Africa. Voglio sapere, voglio vedere. Ma non mi sentirò in colpa per ciò che non ho scelto o perché mi piace vivere in maniera comoda. Come dicevo in un altro topic: considera un numero sufficientemente ampio di persone e vedrai lo schifo. Ma non si può misurare il progresso umano in rapporto alla perfezione. L'uomo non è perfetto e non è intrinsecamente buono, ma gli sforzi di miliardi di persone buone nel corso della storia danno frutti ogni giorno, e le cose, lentamente, migliorano.
Per me è già un miracolo che non ci scanniamo 24 ore al giorno a colpi di clava per decidere chi deve stuprare le femmine.