Per il momento non ho le idee chiarissime. Perdonatemi dunque se intanto butto giù qualche idea sparsa:
- l'attuale crisi, si dice, è di matrice "finanziaria". Chiedo: che significa? Ovvero perché i grandi istituti di credito in primis sono crollati così miseramente? Penso al fatto che molti debitori (esempio principale: chi ha chiesto un mutuo) non sono riusciti a pagare le loro rate. Penso poi al fatto che investimenti di altra natura, magari in aziende produttrici, non hanno dato i frutti calcolati: ovvero, le aziende hanno fatturato di meno.
Ripeto dunque: che significa "crisi finanziaria"? Sbaglio se penso semplicemente a "mercati in stallo/recessione", o forse "perdita del potere sui mercati da parte dei gruppi occidentali"? "Mercati in stallo" chiaramente comporta: meno introiti delle aziende e minore capacità di reinvestimento, perdita di potere di acquisto da parte dei lavoratori, calo dei consumi, e circolovisiosando oltre.
- Jello e ferruccio, molte delle vostre idee sono a mio modo di vedere condivisibili. Ma credo che per un'analisi realistica la domanda da porsi non sia "cosa bisognerebbe fare?", bensì "cosa faranno (manager, imprenditori ecc.)?". Ad esempio: ridurre la circolazione delle merci su grande scala, o l'utilizzo di materiali da trasporto, copmporterebbe danni o fallimenti per migliaia di aziende anche molto influenti. Quindi, non sarà fatto.
- Esplicito la mia posizione di fondo: 100 anni fa, forse, mi sarei definito "comunista". Adesso non significa più niente, quindi preferisco dire che avendo letto Marx o Lenin meccanismi e crisi di questo tipo non sorprendono (nessuna magia, acciarone). Sono abbastanza persuaso del fatto che il capitalismo ha quei due o tre cardini irrinunciabili, che lo rendono un sistema autodistruttivo. Non si può pretendere di controllare l'andamento dei mercati e le decisioni di aziende in competizione tra loro. L'intervento del Pubblico ha senso nei momenti di crisi, (poi in genere si fa una guerra che distrugge e dunque ricrea necessità di produrre e consumare, e oltretutto ristabilisce i rapporti di forza all'interno del nuovo trend economico), poi una volta che la situazione economica lo consente si ritorna al liberismo e alla competizione.