F.E.A.R. è il gioco perfetto per chi ama la noia.
Dietro un First Person Shooter travestito da avventura horror batte un cuore banale che non pompa emozioni e adrenalina, ma si limita a costringere il giocatore ad attraversare mille stanze e corridoi tutti uguali, alla ricerca dell'ennesima infornata di nemici, gli stessi dall'inizio alla fine del gioco.
Eppure le premesse sono interessanti, visto che la trama parla del cattivo di turno, Paxtol Fettel, capace di comandare con la mente un intero esercito ed il tutto è infarcito da continui rimandi alla cultura horror nipponica, bambina simil-The Ring compresa.
Impersoneremo i panni di un anonimo soldato, che viene arruolato nel gruppo F.E.A.R. (First Encounter Assault Recon) per essersi distinto per avere riflessi sopra la media. Questa è la scusa che introduce l'elemento di gameplay che dovrebbe contraddistinguere il gioco, ma che in realtà lo rende simile a mille altri titoli che vi hanno fatto ricorso prima di lui: Bullet Time o Slow Motion che dir si voglia, la sostanza non cambia. Con la pressione di un tasto, per un breve periodo il tempo comincerà a scorrere più lentamente, permettendoci di prendere la mira e colpire indisturbati i nemici di turno. Questa funzione è di gran lunga la più utile del gioco. I nemici, infatti, godono di un'intelligenza artificiale molto curata e spesso ci sorprenderemo per le loro reazioni realistiche e le loro tattiche di gruppo che non esiteranno a mettere in atto. Non di rado ci capiterà di essere attaccati alle spalle da soldati che, accortisi della nostra presenza, sono passati per i corridoi laterali per coglierci di sorpresa. Altre volte li potremo vedere coprirsi per tentare di evitare i nostri colpi, o addirittura indietreggiare e battere in ritirata, se la situazione volgesse al peggio.
F.E.A.R. è un gioco impegnativo già al livello di difficoltà normale. Questo è dovuto in parte alla buona mira dei nemici e alla loro I.A. di cui si parlava, in parte al fatto che basteranno pochi colpi per finire al tappeto.
Per fortuna i checkpoint sono abbastanza frequenti, ma nonostante questo potrebbe capitare di dover rifare parti di un livello più e più volte per avere la meglio negli scontri più concitati.
Il nostro arsenale comprende pistole, fucili di precisione, mitragliatrici, fino ad arrivare ad armi più potenti come lanciamissili, oltre a vari tipi di granate. Anche se potremo portare solo tre armi differenti contemporaneamente, questo non sarà mai un grosso limite, vista l'abbondanza di armi reperibili lungo i livelli, oltre a quelle lasciate dai nemici abbattuti.
La trama viene raccontata attraverso messaggi telefonici disseminati nei vari uffici e computer ricchi di informazioni che troveremo nel corso del gioco. Ad impreziosire il tutto e a dare ulteriori elementi alla trama saranno le "visioni" che in momenti prestabiliti vivremo in prima persona. Queste sono il perno attorno a cui ruota la tanto pubblicizzata anima horror del gioco e sono senza dubbio la parte più interessante di tutta l'offerta, ma hanno tutta l'aria di un'idea sottosfruttata e di un'occasione mancata: l'unico vero risultato è accentuare il senso di normalità e di ordinarietà di tutto il resto del gioco.
Il comparto tecnico sfoggia un buon motore grafico, che dà il meglio di sè proprio durante le visioni, con effetti grafici e sonori notevoli, ma si comporta bene anche nel resto del gioco: essendo la stragrande maggioranza dei livelli ambientati in angusti uffici, sarebbe stato strano il contrario.
F.E.A.R. è un titolo impegnativo, che richiederà grande dedizione da parte del giocatore se lo si vuole completare, sempre che la noia non sopraggiunga prima.
Nel vasto panorama di titoli Xbox360 c'è senza dubbio di meglio e si stentano a trovare motivazioni valide per consigliare questo titolo, privo com'è di mordente e carisma.
F.E.A.R. è anche avaro di Game Points: finito il gioco a difficoltà normale, lo score era di 85 miseri punticini. Molti achievement sono difficilissimi da ottenere ("finisci il gioco senza mai morire") o, peggio, si autoescludono a vicenda ("finisci il gioco trovando tutti i potenziamenti" e "finisci il gioco senza raccogliere potenziamenti"). Nessuno si segnala per essere particolarmente intelligente o intrigante e divertente da giocare.
A pensarci bene, è anche il gioco perfetto per il masochista: basta provare ad inseguire il perfect score 1000/1000.