Autore Topic: [Libri] Alessandro Baricco - Questa storia  (Letto 6060 volte)

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[Libri] Alessandro Baricco - Questa storia
« il: 30 Set 2007, 16:21 »
L'ultimo romanzo di Alessandro Baricco, prima di Questa storia, risale al 1999, e si trattava di City. Qualcosa di molto diverso da Castelli di rabbia, Oceano mare e Seta: si trattava di un progetto di ampio respiro, in cui non era difficile perdersi, proprio come per un dedalo di vie di una città che non si conosce.

Da Questa storia, quindi, non sapevo bene cosa aspettarmi. E non nascondo che avevo sempre un velo di timore quando pensavo a questo libro: avevo paura che la magia dei primi tre romanzi, che mi aveva rapito e stregato, fosse sparita chissà dove. Avevo paura che Baricco avesse perso quella vena che lo aveva reso unico ai miei occhi.

Mi sono allora fatto coraggio ed ho inziato a leggerlo. Ed ho continuato, fino alla fine, a leggerlo lentamente, assaporandone ogni singola sfumatura dell'enorme ventaglio del suo bouquet di sapori.

Questa storia è un Capolavoro. È una delle cose più belle, poetiche, profonde che abbia mai letto. È un libro perfetto in ogni sua parte: costruzione, storia, personaggi, stile, incipit, finale. È il Libro da rileggere, quello su cui puoi contare in una vita intera, che sarà in grado di emozionarti sempre, fornendoti sempre nuovi spunti di riflessione.

La prima edizione di Questa storia risale al 2005, pubblicata da Fandango con quattro copertine diverse, ciascuna specchio delle quattro parti di cui si compone il libro: Ouverture/ L'Infanzia di Ultimo, Memoriale di Caporetto, Elizaveta, 1947 - Sinnington / 1950 - Mille Miglia. Chiude il cerchio un meraviglioso epilogo, agli antipodi del mondo rappresentato dagli aggettivi "banale" e "scontato". Una bella idea, quella delle copertine, un osare qualcosa di diverso dalla classica pubblicazione di un volume.

Le quattro parti in cui si divide il libro raccontano la storia di Ultimo Parri, un uomo fuori dal comune che ricorda i personaggi di Castelli di rabbia, ossessionati da un compito, da un fine ultimo da compiere, da ricercare, prima di potersi allontanare da questa vita. Ogni parte è scritta da una persona diversa, con uno stile diverso, con un intento diverso. Ma Ultimo Parri entra inevitabilmente in ciascuna di esse, e con lui la sua vita, che prende pian piano forma come un mosaico al quale vengono aggiunti i tasselli poco per volta.

Ultimo cresce. Cresce come noi: sono gli eventi a forgiare la nostra personalità o siamo noi, con le nostre scelte, a tracciare il nostro carattere, le nostre aspettative, i nostri sogni?

Ultimo trascorre l'infanzia nella campagna italiana, dove il padre, affascinato dalle prime automobili che fanno la loro comparsa nel mondo, decide di aprire un'officina. Il sogno del padre è poter cambiare la propria vita da spalatore di merda di vacca a meccanico di automobili. Ultimo rimane inevitabilmente affascinato da questi bolidi e dagli eroi che li guidano, questi eterei personaggi mascherati con occhialoni e cappello. Ma Ultimo è speciale, lui va oltre: l'automobile è un punto di partenza per potersi librare verso vette di genio inaccessibili ai comuni mortali. Ultimo avrà un sogno, come suo padre. E farà di tutto per renderlo concreto.
Ma la sua vita non sarà facile: farà il soldato e farà parte delle truppe reduci dalla disfatta di Caporetto. Tutti abbiamo studiato a scuola la prima guerra mondiale. Tutti più meno ricordiamo quale tragica sconfitta noi italiani abbiamo subìto dagli austriaci a Caporetto. Ma il perché è avvenuto tutto ciò non lo sa nessuno: la storia viene studiata in maniera nozionistica, gli uomini spesso contano poco o niente nella maggior parte di libri di storia. Ma Baricco, chissà come, chissà perché, si è appassionato alla vicenda ed ha scritto delle pagine che tutti gli studenti (e non) dovrebbero leggere. Si capirebbero tante cose: la terribile vita in trincea, l'insensatezza della conquista di poche centinaia di metri di terreno, il terrore di vivere ogni minuto, ogni secondo, con la Morte al fianco. E si capirebbe cosa è successo davvero lassù, a Caporetto, in quell'ormai lontano autunno del 1917. Posso giurarvi che, dopo aver letto questo meraviglioso passo, non vi dimenticherete mai più di Caporetto e dell'atmosfera che si respirava in quei giorni.

Dopo la guerra, Ultimo se ne va in giro per il mondo e, insieme ad Elizaveta, gira per le campagne Nordamericane  a vendere pianoforti. La sua storia stavolta ci viene raccontata dalle pagine del diario di Elizaveta, che parla soprattutto di lei, una emigrata russa, nella cui vita si intrufola Ultimo.

L'ultima parte è ancora diversa dalle precedenti, stilisticamente e ritmicamente, e procede con il racconto della vita di Ultimo, ma è solo nell'epilogo che il cerchio si chiuderà e verrà svelata e chiarita ogni cosa. Quella lieve foschia che vi aveva impedito di vedere si alzerà. Ma voi, è inevitabile, vedrete il mondo con occhi diversi, attraverso quel velo di commozione che solo poche, grandissime opere, sanno lasciare.


Vi copio qualche scorcio dell'immensità di questo libro. Non è facile estrapolare brani da un contesto così ampio. Tenete conto che la loro forza è immensamente più grande se letti insieme al contorno in cui sono immersi.
Citazione
(dal diario di Elizaveta, ndShape)
Magari un giorno, a furia di cavalcare, i bolscevichi arriveranno fino a queste pianure e noi dovremo un'altra volta togliere il disturbo.
Io vorrei vivere dove la Storia non arriva. C'è un posto che è esente dalla Storia? Allora vorrei vivere lì.
Io sono una clandestina che dorme nascosta sulla grande nave della Storia.
Ultimo è un clandestino.
Sono i vili quelli che si sono imbarcati con il biglietto e tutto. A loro importa dove la nave va. A noi no.

Citazione
Se l'età adulta ti ha dato quello che volevi, la vecchiaia dev'esser una sorta di seconda infanzia in cui torni a giocare, e non c'è più nessuno che ti può dire di smettere.

Citazione
Questa misteriosa circostanza per cui le cose del nostro passato continuano ad esistere anche quando escono dal raggio della nostra vita, e anzi maturano, portando frutti nuovi ad ogni stagione, per un raccolto di cui noi non sappiamo più nulla. La persistenza illogica della vita.

Citazione
(Parla ora un nobile alla mamma di Ultimo, conosciuto dalla famiglia di Ultimo durante la sua infanzia, ndShape)
Mio padre era un uomo molto ricco, molto più di me. Si mangiò quasi tutto inseguendo un sogno assurdo, una faccenda di ferrovie, una bestialità. Gli piacevano i treni. Quando incominciò a vendere le proprietà io andai da mia madre e le chiesi: Perché non lo fermi? Avevo sedici anni. Mia madre mi diede un ceffone. Poi mi disse una frase che adesso lei, Florence, deve imparare a memoria. Mi disse: se ami qualcuno che ti ama, non smascherare mai i suoi sogni. Il più grande, e illogico, sei tu.


La prima, ottima edizione di Questa storia, edita da Fandango, costa 15 euro. È uscita da poco un'edizione nell'Universale Economica Feltrinelli, che ne costa 8. Entrambe le edizioni sono oggi in offerta su ibs con il 15% di sconto.

Offline Gatsu

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[Libri] Alessandro Baricco - Questa storia
« Risposta #1 il: 30 Set 2007, 16:53 »
Si davvero ottimo. Baricco non delude, anche se trovo la prima parte la più bella stilisticamente, e la figura di Elizaveta come una delle donne più malvagie mai create ^__^

Offline ferruccio

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[Libri] Alessandro Baricco - Questa storia
« Risposta #2 il: 30 Set 2007, 23:15 »
Pessimo, pessimo, pessimo.
Baricco crede di vivere nel 1913. La sua prosa melensa, falsamente profonda - dietro ogni sua complicata metafora c'è sempre un banalità - è dannunziana, inutile. Ogni frase, ogni descrizione è fastidiosamente leziosa, imbellettata. Ci vorrebbero due chili di Bukowski e tre di Celine. Da tirare in testa al buon Alessandro.
Per quanto riguarda i personaggi, in pratica Baricco usa un trucchetto facile facile: consiste nel non dare una motivazione ai personaggi stessi. Così, giusto per farli apparire profondi. In pratica la stessa cosa che usò Calvino nel Barone Rampante. Avete presente, no? Il protagonista che saliva sull'albero e non ne scendeva mai più. Solo che quella era una metafora. Baricco, questo trucco, invece, lo usa in continuazione e a sproposito. E così tutti i suoi libri sono pieni di personaggi con un'aria particolare, con idee un po' speciali. Quella faccia un po' così, quell'espressione un po' così: ecco come Baricco potrebbe descrivere tutti i suoi personaggi.
Parliamo del tema affrontato? Ecco, uno Baricco se lo immagina mentre gira in carrozza nella Torino dei primi del secolo. Qualcuno glielo spiega che siamo nel 2007? "Questa storia" (a proposito: bel titolo del cazzo. Che diavolo significa?) copre parecchie interessanti tematiche. Vediamole. La macchina come metafora della modernità? Wow. Baricco taglia il traguardo con cento anni di ritardo. Complimenti, Alessandro, questa metafora era già vecchia negli anni sessanta. Una pista automobilistica come raffigurazione della vita? Il decidere di non incontrare mai più una persona come atto di amore? Una tizia che è povera e cattiva, poi ricca e buona, poi sempre ricca ma cattiva, infine ricca ma mica tanto malvagia...? Ma di cosa cazzo parla Baricco? Ma che minchia vuol dire questo libro?
Davvero, sembra una parodia fatta male di Proust. Baricco è dolorosamente e pateticamente fuori dal tempo, fuori da qualsiasi letteratura con un senso. Lui sta lì, senza sangue (citando un suo altro alto capolavoro), con alle spalle un paio di libri decenti e altrettanti che non valgono la carta su cui sono stampati.
Ma in fondo una cosa buona ce l'ha, questo libro. L'ho preso in biblioteca e, quindi, non ho dovuto spendere un centesimo per leggerlo. Peccato per il tempo sprecato, però.
E allora Mozart?

Offline Gatsu

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[Libri] Alessandro Baricco - Questa storia
« Risposta #3 il: 01 Ott 2007, 07:13 »
Citazione da: "ferruccio"
Pessimo, pessimo, pessimo.
Baricco crede di vivere nel 1913. La sua prosa melensa, falsamente profonda - dietro ogni sua complicata metafora c'è sempre un banalità - è dannunziana, inutile. Ogni frase, ogni descrizione è fastidiosamente leziosa, imbellettata. Ci vorrebbero due chili di Bukowski e tre di Celine. Da tirare in testa al buon Alessandro.
Per quanto riguarda i personaggi, in pratica Baricco usa un trucchetto facile facile: consiste nel non dare una motivazione ai personaggi stessi. Così, giusto per farli apparire profondi. In pratica la stessa cosa che usò Calvino nel Barone Rampante. Avete presente, no? Il protagonista che saliva sull'albero e non ne scendeva mai più. Solo che quella era una metafora. Baricco, questo trucco, invece, lo usa in continuazione e a sproposito. E così tutti i suoi libri sono pieni di personaggi con un'aria particolare, con idee un po' speciali. Quella faccia un po' così, quell'espressione un po' così: ecco come Baricco potrebbe descrivere tutti i suoi personaggi.
Parliamo del tema affrontato? Ecco, uno Baricco se lo immagina mentre gira in carrozza nella Torino dei primi del secolo. Qualcuno glielo spiega che siamo nel 2007? "Questa storia" (a proposito: bel titolo del cazzo. Che diavolo significa?) copre parecchie interessanti tematiche. Vediamole. La macchina come metafora della modernità? Wow. Baricco taglia il traguardo con cento anni di ritardo. Complimenti, Alessandro, questa metafora era già vecchia negli anni sessanta. Una pista automobilistica come raffigurazione della vita? Il decidere di non incontrare mai più una persona come atto di amore? Una tizia che è povera e cattiva, poi ricca e buona, poi sempre ricca ma cattiva, infine ricca ma mica tanto malvagia...? Ma di cosa cazzo parla Baricco? Ma che minchia vuol dire questo libro?
Davvero, sembra una parodia fatta male di Proust. Baricco è dolorosamente e pateticamente fuori dal tempo, fuori da qualsiasi letteratura con un senso. Lui sta lì, senza sangue (citando un suo altro alto capolavoro), con alle spalle un paio di libri decenti e altrettanti che non valgono la carta su cui sono stampati.
Ma in fondo una cosa buona ce l'ha, questo libro. L'ho preso in biblioteca e, quindi, non ho dovuto spendere un centesimo per leggerlo. Peccato per il tempo sprecato, però.


Dio cristo che uomo senza cuore ^__^
Però sì, forse quello di "non dare una motivazione" ha un suo senso (per alcuni personaggi). Anche se Ultimo uno scopo ce l'ha eh. Così come Elizaveta nelle sue varie fasi. Detto questo, io non credo che un libro debba insegnarmi un bel niente. Ogni tanto è bello leggere un libro, così, "senza motivazione" (anche se una c'è, ed è l'esteticità della prosa).

Offline Shape

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[Libri] Alessandro Baricco - Questa storia
« Risposta #4 il: 01 Ott 2007, 09:45 »
Cosa dev'esserci in un libro, per lasciare traccia di sé nel lettore? Dipende dal lettore, evidentemente.

Nei libri io cerco emozioni e Questa storia me ne ha date e lasciate talmente tante, che continuano ancora a fare breccia dentro me.

Non credo proprio che il fulcro di questo romanzo sia "La macchina come metafora della modernità", anzi. L'automobile ha un ruolo più che marginale.

Evidentemente, ferruccio, la spiegazione del tuo astio contro Baricco è più banale di quanto pensi: non lo hai capito, perché non è nelle tue corde.
È esplicito in quello che scrivi, nel significato profondo che non cogli. E queste non sono cose che possono spiegarti: o le senti o no.

La stessa cosa è capitata a me con un film apprezzato da molti, Lost in translation. Non l'ho capito, non c'è niente da fare. Ma non per questo mi sono accanito contro Sofia Coppola.

Anche Gatsu ha torto marcio e a quanto pare nemmeno lui ha capito il vero senso di Questa storia: scrivere che la "motivazione è l'esteticità della prosa" significa essersi fermati in superficie, aver letto il romanzo con due bistecche davanti agli occhi.

"ogni frase, ogni descrizione è fastidiosamente leziosa, imbellettata", scrive ferruccio. Permettetemi di dubitarne: il libro, come ho scritto, è stato "composto" in quattro stili completamente diversi: una prima parte quasi giornalistica; una seconda invece strabordante con periodi lunghi e travolgenti; una terza scritta in forma di diario da una persona che non conosce la lingua in cui scrive, che ha ripensamenti, proprio come sanno tutti coloro che almeno una volta nella propria vita hanno scritto un diario; la quarta parte, quella che racconta di un incontro improbabile, scritta con la leggerezza di uomo che ha superato la mezza età.
Forse sarete abituati a scrittori esteri tradotti in italiano, forse vi siete dimenticati quanto meravigliosa può essere la lingua italiana, forse vi sarete assuefatti a leggere frasi tutte uguali e costruite senza alcuna invenzione. Ecco perché lo stile di Baricco vi sembra imbellettato.
Tra l'altro, la parte di Caporetto mi sembra più simile ad un Hubert Selby jr che ad altri.

Ma, siamo sempre lì, la potenza di Questa storia è un'altra. Mi rammarico, ripeto, ma non riesco a spiegarvela, e mi viene da ridere leggendo "Una pista automobilistica come raffigurazione della vita? Il decidere di non incontrare mai più una persona come atto di amore? Una tizia che è povera e cattiva, poi ricca e buona, poi sempre ricca ma cattiva, infine ricca ma mica tanto malvagia...?".
Appunto, come hai scritto tu stesso "Ma di cosa cazzo parla Baricco? Ma che minchia vuol dire questo libro?".
Appunto. Non ci arrivi. Ma è una tua mancanza, non quella di uno scrittore che, è palese per chi lo ha compreso, ha messo tutto se stessa in un'opera che è il suo capolavoro.

Offline COBOL X

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[Libri] Alessandro Baricco - Questa storia
« Risposta #5 il: 01 Ott 2007, 12:28 »
Bellissimo libro. Letto con passione.
Sinceramente pero' non riuscirei a spiegare a terzi il perche' mi sia piaciuto cosi' tanto.
Dev'essere davvero una questione di corde, di senzazioni trasmesse.

Obiettivamente e' scritto molto bene no dicks. Anche se riconosco che c'e' una sorta di antipatico autocompiacimento nell'utilizzo di stili diversi (4, di cui uno eccessivamente pesante).

Elizaveta e un gran personaggio. E poi Ultimo e' anche il nome di mio nonno :D

Offline Gatsu

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« Risposta #6 il: 01 Ott 2007, 12:54 »
Citazione da: "Shape"
Anche Gatsu ha torto marcio e a quanto pare nemmeno lui ha capito il vero senso di Questa storia: scrivere che la "motivazione è l'esteticità della prosa" significa essersi fermati in superficie, aver letto il romanzo con due bistecche davanti agli occhi.


No attenzione. Ho letto tutto di baricco (alcuni saggi esclusi), quindi conosco il mio pollo. E proprio come dici tu, credo che sia uno dei pochi che riesce a far emergere in superficie la bellezza della lingua italiana. Questo intendo con "prosa estetica". Che non vuol dire affatto che non ne apprezzi i contenuti. Mi fa ridere quando qualcuno lo critica con roba del tipo: "mentre scrive si tocca i capezzoli". Sì, sa scrivere e lo mostra, e allora? E' un torto? Non credo. Anche perchè riesce ad evocare atmosfere ed emozioni come davvero pochi altri. Non tutto quello che ha scritto è eccezionale.
Ma alcuni personaggi sono memorabili, commoventi nella loro struggente e disperata ricerca di... qualcosa. Sono pessimo con i nomi e la maggior parte dei suoi libri li ho letti anni fa, ma i cowboys di City, il pugile, Novecento, Elisewin di Oceano Mare che muore se si emoziona, Ultimo da bambino, il tizio che costruiva la ferrovia con la moglie troppo bella in Castelli di Rabbia...ecco, sono tutti personaggi che mi hanno affascinato, a cui mi sono sentito vicino e che, nel fare le loro cose a volte insensatamente romantiche mi hanno commosso. Poi alcuni passaggi sono talmente belli che ancora me li ricordo a distanza di anni, come la metafora della veranda in City o la lettera d'amore che la donna  (francese?) scrive al suo amato che lì, alla locanda Almayer, sta lentamente diventando un ricordo.

E l'Iliade è molto più bella e potente nella sua versione, tiè.

Offline Shape

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« Risposta #7 il: 01 Ott 2007, 13:23 »
Gatsu, ritorno a volerti bene :*

Offline Gatsu

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« Risposta #8 il: 01 Ott 2007, 15:53 »
Citazione da: "Shape"
Gatsu, ritorno a volerti bene :*


Tocchiamoci i capezzoli anche noi mentre scriviamo i post!  8)

Offline l'Amico

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« Risposta #9 il: 02 Ott 2007, 11:49 »
Citazione da: "ferruccio"
Pessimo, pessimo, pessimo.
Baricco crede di vivere nel 1913. La sua prosa melensa...


Lo dicevo io! Ho sentito solo commenti negativi in giro su Baricco, mi sembrava strano che qui dentro lo si osannasse. Piu' che altro chi ama Baricco ama i libri (e i film, e la musica) commerciale in genere, quindi lungi da me. Pero' sto parlando dopo aver sentito i commenti dei miei amici e/o parenti, quindi il campione e' ristretto, ma alcuni di loro, galvanizzati e parlando di Oceano Mare come parlano gli adolescenti di Lost o OC, mi fanno intuire che Baricco non mi piacerebbe.
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Offline federico_res

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« Risposta #10 il: 02 Ott 2007, 12:11 »
Citazione
Piu' che altro chi ama Baricco ama i libri (e i film, e la musica) commerciale in genere


già, personalmente adoro Gigi D'Alessio e Tre Metri Sopra Il Cielo è il mio libro preferito.

(torno a leccarmi i capezzoli)

Offline Shape

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« Risposta #11 il: 02 Ott 2007, 12:49 »
Citazione da: "l'Amico"
Citazione da: "ferruccio"
Pessimo, pessimo, pessimo.
Baricco crede di vivere nel 1913. La sua prosa melensa...


Lo dicevo io! Ho sentito solo commenti negativi in giro su Baricco, mi sembrava strano che qui dentro lo si osannasse. Piu' che altro chi ama Baricco ama i libri (e i film, e la musica) commerciale in genere, quindi lungi da me. Pero' sto parlando dopo aver sentito i commenti dei miei amici e/o parenti, quindi il campione e' ristretto, ma alcuni di loro, galvanizzati e parlando di Oceano Mare come parlano gli adolescenti di Lost o OC, mi fanno intuire che Baricco non mi piacerebbe.

Non è assolutamente il mio caso, se hai visto i commenti che scrivo, sia dei libri che dei film che della musica.

Prova a leggere un suo libro (che sono tutti usciti in edizioni economiche), e non fidarti mai del "sentito dire" :wink:
Al massimo, avrai "buttato" meno di 10 euro e qualche ora del tuo tempo.

Ah, a proposito di capezzoli: noi, amanti di Baricco, dell'esteriorità, della vacuità e dei capezzoli, usiamo questo, prima di leccarceli.
Diapositiva:

Offline COBOL X

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« Risposta #12 il: 02 Ott 2007, 12:53 »
A me piace cio' che e' commerciale. Purche' sia fatto bene.

Offline Gatsu

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« Risposta #13 il: 02 Ott 2007, 15:34 »
Citazione da: "l'Amico"
Citazione da: "ferruccio"
Pessimo, pessimo, pessimo.
Baricco crede di vivere nel 1913. La sua prosa melensa...


Lo dicevo io! Ho sentito solo commenti negativi in giro su Baricco, mi sembrava strano che qui dentro lo si osannasse. Piu' che altro chi ama Baricco ama i libri (e i film, e la musica) commerciale in genere, quindi lungi da me. Pero' sto parlando dopo aver sentito i commenti dei miei amici e/o parenti, quindi il campione e' ristretto, ma alcuni di loro, galvanizzati e parlando di Oceano Mare come parlano gli adolescenti di Lost o OC, mi fanno intuire che Baricco non mi piacerebbe.


Scusa AMICO. Io adoro quest'uomo (senza prostrarmi inutilmente quando scrive cose brutte) e NON mi pare di avere
a) gusti musicali particolarmente comuni
b) essere un fan di OC (mai visto)

Non puoi semplicemente leggerlo e farti un'idea?

Offline l'Amico

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« Risposta #14 il: 03 Ott 2007, 16:46 »
Apprezzo tutti i vostri tentativi di farmi leggere un Baricco, e forse a questo punto lo faro'. Ma mi sembrava cosi' chiaro che il mio riferimento a gusti commerciali NON fosse riferita a voi TFPlacers.... :(  
Parlavo dei miei amici, che quasi tutti ne vanno matti, e quasi tutto (loro) sbirciano ogni tanto Il Grande Fratello, l'Isola dei Famosi e hanno gusti cinematografici e/o musicali commerciali a dir poco. Quindi la mia e' stata un'equazione di conseguenza : amano baricco + amano Fabio Volo + amano Maria De Filippi + amano Hollywood e dintorni + amano vedere San Remo e Miss Italia, uguale a Baricco fa cagare. Lieto di essermi sbagliato. Una domanda : di cosa trattano i suoi libri? Non riuscirei mai a leggere un libro la cui trama non m'interessa....e lo stesso vale per i film, per dire.
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