Ovvero esperienze che si integrano con la vita quotidiana, non sono più "fughe dalla realtà" in stile cinematografico.
E' esattamente questo preconcetto che bisogna superare.
Sono viaggi in altri luoghi, non fughe.
Sono esperienze, non rifugi.
Sì su questo ci sono.
Quanto intendevo io é che i videogiochi ora si integrano con il quotidiano
anche in altri modi (eyetoy, wii fit, ma anche tetris e molti titoli portatili non li inserirei) per cui il discorso del "viaggio" copre solo un certo range di prodotti.
Tanti comunque cercano nel videogioco una trama, considerandolo un mezzo di comunicazione. Sono i giochi di cui si parla di più nei forum (in certi forum, almeno), ma si tende a dimenticare che i videogiochi, come hai scritto anche tu, non sono solo questi. Anzi.
In effetti credo che anche nei "videogiochi con trama" quello che più colpisce siano in realtà le ambientazioni: Myst, Assassin's Creed, Bioshock etc.. sono più che altro ambienti con varie info in cui si agisce più che susseguirsi di eventi.
Diverso il discorso per i final fantasy "moderni", ma lì non é più il giocatore ad agire in effetti, almeno nelle parti "importanti", sono prodotti multimediali che combinano cinema e videogioco.
La tara della "trama = cultura" ce la portiamo dietro da millenni di altri tipi di entertainment temo, e noti che a parole é più facile al parruccone di turno far capire i contenuti naturisti di mako final fantasy o l'equidistanza religiosa di un assassin's creed piuttosto di quanto é bello meteos.
Da cui deriva una sottostima per il secondo tipo di prodotti, cosa che in realtà nei videogiochi in sé non ha ragione di essere (anche perché c'é molto più genio in tetris piuttosto che in fahrenheit).
Ma come segnalava ferruccio prima la sbornia per i filmoni interattivi milionari sta in parte passando, e c'é (anche) un ritorno alle origini o meglio all'essenza del videogioco nei vari servizi di download online etc..
O meglio ora la situazione é più bilanciata e "c'é spazio per tutti".. anche se qualcuno che ancora crede che il gioco vero (ma chissà perché "vero") sia Zelda e non Yoshi touch in giro per i forum si trova..
In realtà quando scrivevo che l'"astrazione è la molla di qualsiasi spunto artistico" non mi riferivo tanto all'allestimento di un locus amoenus, quanto piuttosto a una parte del processo creativo. Intendevo dire che qualsiasi creazione artistica prevede un momento di distaccamento dal reale, ovvero nel suo elemento più semplice la fase in cui la mente, tenendo presente un oggetto reale qualsiasi, lo decontestualizza o lo associa a una serie di oggetti altri. In parole povere: l'uomo crea se scompone il mondo reale in maniera irrealistica.
Yep, era lo stesso che intendevo io
Siano "viaggi" o "intepretazione di meccanismi logici" o "test delle poprie capacità su un piano ludico", i videogiochi riescono a elevarci su un piano diverso, stimolando in noi reazioni peculiari che evidentemente il piano strettamente reale non è in grado di fornire (direi meglio: che il piano reale è in grado di fornire solo attraverso meccanismi di finzione).
Rispolvero il concetto di "catarsi", e lo approfondisco. Significa in graco antico "purificazione", intesa come liberazione degli affanni propri dell'esistenza. In senso lato, l'idea viene poi estesa all'effetto provocato dalla fruizione di opere di finzione (in particolare lo spettacolo teatrale): l'esperienza di un' "altra realtà" riesce a fornire la chiave per interpretare, comprendere e sopportare la nostra realtà.
Cmnq sull'insoddisfazione non sono tanto sicuro, semplicemente piace variare sempre ma non é detto sia perché l'esperienza precedente non piace, anzi.
E' anche vero però che a volte in videogiochi (tipo Shen Mue) mi ritrovo in esperienze tanto noiose e tanto "peggiori" della mia vita reale da sbottare nel "chi me lo fa fare"
Il trend cinematografico si era affermato con PS1 (RE, FF con fmv, Mgs etc..) ma ora nell'ampliamento del mercato é la "giocabilità" a tornare predominante... e lo straniarsi dal reale non é un fattore predominante in questi prodotti (ricollegandomi in parte a quanto scriveva ferruccio).
Non ne sono tanto convinto. L'appeal che, che ne so, un wiitennis ha sulle masse non credo dipenda dalla bontà del suo gameplay ma dal fatto che si possa simulare uno sport stando seduti sul divano (effetto novità+immedesimazione). Torna quindi il concetto di "esperienza" piuttosto che di giocabilità. Ed è sempre un allontanamento dalla realtà anche se diverso da un Ico.
Ma non mi sembra torni il discorso di viaggio e "uscita dal reale".. si é nel salotto appunto e si utilizza un gioco come tool per divertirsi con gli amici.. non richiede immedesimazione nell'omino a schermo, che é semplice propagine del proprio braccio.
E' per questo che giudicare dai video roba tipo wii sports, wii fit, eyetoy o wii music non ha molto senso, ciò che si vede a video ha poco a che fare con la totalità dell'esperienza.
E' il gioco che "esce" dal video ed entra nel salotto, non richiede che l'utente "entri nel televisore".
Secondo me é diverso giocare a rpg cartacei, al tiro a segno al luna park o scala quaranta.. e wii tennis é scala quaranta più che dungeons and dragons
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A proposito é guitar hero invece quello che tenta di far leva sul supposto bisogno di immedesimazione del giocatore giovane medio vendendogli qualcosa per esser hero appunto anche fuori dallo schermo.