Per me è una cosa normale. L'unica cosa che trovo brutta è essere visitati da un medico che ha appena fumato. Per il resto, i medici di un reparto dove sono stato, se vogliono fumare si ritirano cinque minuti nella saletta dei computer, con la finestra aperta (anche in pieno gennaio), si fanno la sigaretta e via.
Per quanto mi riguarda, chiedere ad un fumatore di smettere di fumare del tutto è una cazzata cosmica. Un medico dotato di logica, trovandosi di fronte ad uno che fuma 40 sigarette al giorno, gli dice di ridurre, ma non di smettere. Di abbassare prima a 10, poi magari assestarsi su 5, ma smettere no, è assurdo e anzi apre la porta a una serie di problemi fisici e psicologici che non ha senso imporre ad uno che ha presumibilmente già altri problemi. E' come chiedere a un obeso di seguire una dieta stretta, forse funziona su 5 persone su 100, ad essere anche un po' ottimisti. Trovo molto, molto, molto più ridicolo quello che ho avuto io, cioè un prof di endocrinologia, con una specializzazione in
dietologia, avente le dimensioni della Cosa dei Fantastici 4, e non perché è robusto. Quello sì, lo trovo un'incoerenza, non il medico fumatore.
In quanto alla domanda "Quanto fa male il fumo?", sottolineerei diversi aspetti: innanzitutto, nessuno ha mai PROVATO in che modo esattamente il fumo faccia tutti i danni che si dice che faccia. Tutto quello che abbiamo in mano sono, per la maggior parte, studi di correlazione che, come sa qualsiasi pischello che abbia passato l'esamino di statistica medica, non sono prove inoppugnabili ma sono aperti ai bias e ai confondenti più disparati (es: parecchi anni fa si era osservato che le donne che stavano molto al telefono avevano maggior incidenza di cancro alla mammella. Stando alla correlazione statistica, ne risulterebbe che telefonare molto "causi" [attenzione: la stampa non dice mai "aumenta il rischio", dice sempre "causa"] il cancro alla mammella... peccato che le donne che telefonavano di più erano anche quelle che potevano permettersi il telefono, ovvero quelle delle classi più abbienti... capito l'inghippo?).
In secondo luogo, la correlazione tra fumo e malattia è nettamente più forte con malattie come la bronchite cronica e l'enfisema che con qualsiasi tumore (e ci vogliono ANNI e ANNI di fumo ATTIVO per arrivare a queste malattie, non dieci, ma trenta, quarant'anni per la maggior parte dei malati, e con quantitativi giornalieri di sigarette esagerati).
Terzo, quello del "fumo passivo" è un semi-mito, una teoria difficilmente provabile perché, per dirne una, molto difficilmente quantificabile (come si possa paragonare in qualsiasi modo la quantità di fumo che uno respira dalla sigaretta di un altro con il numero quantificabile di sigarette che consuma un fumatore "attivo" è veramente roba da fantascienza anni '50, IMO). L'isteria di massa sul "cancro legato al fumo passivo" è un ottimo esempio di PR.
Propongo, e poi chiudo l'OT perché Castalia ha tutto il diritto di veder rispettato il suo topic, un articolo che ho trovato per caso diverso tempo fa, giusto per far riflettere un minuto:
http://www.journaloftheoretics.com/Editorials/Vol-1/e1-4.htm