Autore Topic: [PS] Vandal Hearts  (Letto 3243 volte)

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Offline fulgenzio

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[PS] Vandal Hearts
« il: 08 Apr 2003, 13:32 »
Quando Playstation non era ancora diventato sinonimo di videogioco, gli RPG per la macchina Sony si contavano sulle dita di una mano monca. Final Fantasy 7 era in produzione e gli appassionati potevano solo sbrodolare sulle riviste specializzate che centellinavano mese per mese le foto del gioco. Accadde quindi che Konami decise, con una tempistica perfetta, di buttarsi su un sottoinsieme del genere rpgistico molto apprezzato in Giappone, quello a sfondo strategico, con un brand innovativo: Vandal Hearts. Quel che ne scaturì rimane a tutt'oggi uno dei migliori giochi per PlayStation di sempre e uno dei migliori strategici a turni dell'intera storia dei videogiochi. Nei JRPG la trama conta, ha un peso ed un'importanza pari alla mera realizzazione tecnica. Vandal Hearts poneva il giocatore nei panni di un non sempre impavido eroe, Ash, spesso alle prese con dubbi ed incertezze sulle sue abilità e sulla sua missione, e con un complotto politico che aveva portato il caos nelle terre in cui era nato e cresciuto. Le battaglie, rappresentate con un eccellente motore grafico in 3D isometrico, permettevano al giocatore di schierare numerosi personaggi dalle diverse abilità, sempre rispettosi del canovaccio tipico della produzione rpgistica come arcieri, maghi, cavalieri, soldati ed evocatori. Dopo ogni scontro era prevista una sequenza di raccordo in cui venivano approfonditi elementi della trama e del passato dei personaggi. Cupo e pessimista, Vandal Hearts vantava una sceneggiatura classica ma d'impatto ed una realizzazione tecnica più che accettabile per un prodotto della prima generazione di giochi PlayStation.
Dal mero punto di vista drammaturgico alcuni momenti di Vandal Hearts, come l'assalto alle prigioni in cui sono incarcerati alcuni degli eroi da parte del resto del party, erano assolutamente esaltanti ed in generale il coinvolgimento dato dal gioco si attestava sempre ai massimi livelli. A ciò contribuiva una colonna sonora magnifica, mai ridondante o fuori luogo, che aveva il suo apice nella breve ma indimenticabile canzone che chiudeva l'avventura.
La longevità non era il punto forte di Vandal Hearts, che si poteva domare in 15 ore. Un aspetto innovatore del gioco, almeno rispetto alla pluralità dei JRPG, consisteva nell'assenza di incontri casuali che non permetteva al party di accumulare punti esperienza: per questa ragione ogni battaglia vedeva gli eroi combattere ad armi pari ma spesso in numero minore rispetto agli avversari. Ciò rendeva necessaria una attenta pianificazione delle mosse ed un acuto senso tattico, specie in alcune missioni con obbiettivi particolari. Vandal Hearts ebbe un seguito, meno fortunato, più difficile e di uguale valore (a parte un clamoroso peggioramento nel comparto grafico-sonoro), ma venne spazzato via dal ciclone Final Fantasy Tactics. Tuttavia il ricordo del suono dell'ocarina alla fine del gioco suscita ancora bei ricordi e una leggera pelle d'oca.
ANCHE UN TANUKI PUO’ SORPRENDERE UNA TIGRE CHE DORME.